Le vaccinazioni continuano a correre, e la pandemia cambia, andando a caccia soprattutto di chi ancora non si è protetto.
I BAMBINI
Si sta parlando in questo caso dei bambini e dei ragazzini fino ai 12 anni, con un focus concentrato sulla fascia da zero a sei anni, sino ad oggi la meno colpita della popolazione. «Ma vediamo che qualcosa purtroppo si sta modificando», spiegano dai vertici della task force regionale contro il Covid.
LO STUDIO
In Friuli Venezia Giulia stanno crescendo i contagi tra i bambini che hanno da zero a sei anni. Quindi anche tra i neonati oppure tra gli alunni degli asili e dei nidi. Un fenomeno, questo, che se non in minima parte non si era praticamente mai visto nelle ondate precedenti della pandemia. Si parla di una crescita del 20 per cento in una sola settimana. Frutto di focolai familiari in qualche caso, ma soprattutto è il prodotto della maggiore contagiosità della variante Delta, che in altre zone del mondo ha creato problemi di natura clinica (sintomi, anche seri) non solo tra gli anziani o nelle persone di mezza età, ma anche nei bambini. Incide poi molto il fatto che i bambini di quell'età non possano ancora vaccinarsi: si è di fronte a una platea potenzialmente sempre a rischio di contagio, senza alcuna protezione. E la recrudescenza dei casi tra i piccoli e i piccolissimi fa scattare l'allarme per la frequenza agli asili e nei nidi, dove il personale dovrà essere vaccinato o negativo ma dove le bolle di isolamento tra i vari gruppi di piccoli alunni - è dimostrato - reggono fino a un certo punto. Naturalmente anche in questo caso la migliore arma è la vaccinazione dei genitori, che in questo modo risulterebbero protetti dal contagio di importazione.
L'ALTRO PROBLEMA
Un'altra fetta consistente del contagio, in questo momento in Friuli Venezia Giulia è composta dai vacanzieri di ritorno dalle località più rinomate del Mediterraneo. Spagna, Grecia, ma anche Sicilia e Sardegna. La task force sta tracciando anche in questo caso una sorta di identikit dei nuovi contagiati: spesso si tratta di gruppi di giovani non vaccinati (la percentuale dei protetti contagiati in ferie è prossima allo zero) che hanno trascorso periodi di vacanza negli appartamenti, vivendo sempre a stretto contatto. Rarissimi i casi di coppie o di viaggiatori solitari che hanno incontrato il Covid lungo il cammino dell'estate.
A TRIESTE
Infine preoccupa un focolaio che è nato in una casa di riposo di Trieste. Si tratta di anziani ospiti vaccinati con due dosi, che proprio grazie alla protezione non hanno sviluppato sintomi gravi della malattia. Nessuno è in pericolo. Il fatto, però, ha riportato i riflettori sulla terza dose per i pazienti più fragili, in modo tale da proteggerli non solo dalle conseguenze cliniche del Covid (cosa che avviene già con successo) ma anche dal semplice contagio. Intanto la campagna di vaccinazione continua anche con il porta-a-porta: oggi a Erto e Casso (nei giorni scorsi il piccolo centro montano era risultato l'ultimo in regione, con sei non vaccinati su dieci residenti) vaccinazioni nella sede dell'ex municipio aperte a tutti e senza appuntamento.