PORDENONE E UDINE - In Friuli Venezia Giulia la situazione migliora per la seconda settimana consecutiva.
IL MAXI-FOCOLAIO
Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia, con la nostra regione a presentare i numeri peggiori in relazione al numero degli abitanti e alle dimensioni del territorio, con caratteristiche e urbanizzazione diverse rispetto alle altre due regioni. È questo lo studio ora sul tavolo della task force regionale. Il Fvg è il punto rosso della pandemia, dopo essere stato a lungo il territorio con i dati migliori. Si parte dall’incidenza: l’Emilia Romagna nella settimana tra il 17 e il 24 gennaio ha totalizzato 190 contagi su 100mila abitanti; il Veneto 153 e il Friuli Venezia Giulia, come accennato, 294 casi. Anche negli ospedali la situazione è la peggiore, dal momento che soprattutto in Area medica i dati delle altre due regioni sono migliori: in Veneto l’occupazione è al 29 per cento, in Emilia Romagna al 40 per cento e in Friuli Venezia Giulia al 54 per cento. La stessa proporzione la si può vedere nelle Terapie intensive, con la nostra regione che presenta i dati peggiori con il 35 per cento dei letti occupati in Area critica.
SPIEGAZIONI
Ma allora cos’è successo in Friuli Venezia Giulia per trasformare la regione nell’epicentro del maxi-focolaio del Nord Est? È l’argomento al centro del dibattito in seno alla task force guidata dal professor Fabio Barbone. «Un fattore - spiega - è la grande diffusione in moltissime piccole comunità montane o rurali e periferiche, che sono quasi delle comunità familiari. All’inizio Si sono infettati al lavoro o scuola in centri più grandi e poi hanno portato il virus in comunità o in famiglia dove vi è stato meno distanziamento. I tassi in Alto Friuli, in montagna e nelle valli del Pordenonese hanno avuto in novembre dicembre anche cinque volte i tassi di incidenza dei capoluoghi di provincia. La terza ondata tra 23 dicembre e 15 gennaio con picco il 10 gennaio è stata molto legata a incontri tra non conviventi e a un’ulteriore diffusione nelle case di riposo». È la conformazione stessa del territorio, unita al modo di vivere “comunitario” dei paesi, ad aver permesso che il contagio si diffondesse così tanto.
PROSPETTIVE
La task force, che ha in mano i dati che stamattina saranno inviati all’Istituto superiore di sanità. La prospettiva, come anticipato ieri, è quella che il Friuli Venezia Giulia vada verso un’altra settimana di zona arancione. A pesare, infatti, saranno ancora una volta l’incidenza (alta, anche se in calo) e la pressione sugli ospedali. Da Pordenone però arriva un primo segnale incoraggiante: i ricoveri per Covid, infatti, sono diminuiti per tutto il fine settimana.