Confini chiusi a lungo per il terrorismo? Scatta l'allarme per il turismo invernale, ma le prenotazioni volano

Lunedì 23 Ottobre 2023 di Antonella Lanfrit
Turismo invernale

Il turismo del Friuli Venezia Giulia vede orizzonti positivi se guarda alle festività natalizie e ai primi giorni dell’anno nuovo. Un andamento che, probabilmente, andrà anche oltre, perché fioccano le richieste di informazioni da parte di gruppi di villeggianti, specialmente dall’Est Europa. È il quadro che fa, seppure ancora con qualche cautela, la presidente di Federalberghi, Paola Schneider.

Mancano due mesi, infatti, al periodo vacanziero, ma un punto di avvicinamento si può già fare e tende alla positività.


LE PREVISIONI


«Ciò che emerge chiaramente – dice Paola Schneider – è che la gente ha voglia di uscire dalle proprie case e dal proprio ambiente abituale e, quindi, punta a godersi un paio di giorni in un contesto diverso dall’ordinario».
E se il termine inverno porta immediatamente il pensiero alla montagna, è da lì che si comincia l’analisi. «Le prenotazioni per Natale e fino al 2 gennaio ci sono e sono buone – spiega la presidente -. Notiamo, inoltre, interessanti contatti con gruppi di possibili turisti, che chiedono molte informazioni». Con l’acume che deriva dall’esperienza, Schneider ipotizza che alle prenotazioni che già si fanno ora se ne aggiungeranno altre «sotto data, perché un po’ di incertezza si respira ancora tra le persone. Gli accadimenti internazionali non tranquillizzano di certo – osserva – e, quindi, dobbiamo aspettarci un certo attendismo».


ZOCCOLO DURO E SCHENGEN


Tra le notizie positive spicca la presenza straniera, uno «zoccolo duro» su cui si può costruire il resto. «Le richieste di informazione e prenotazione ci sono da Croazia, Cechia, Polonia, Slovacchia, Slovenia», conferma Schneider. Dall’Est arrivano i gruppi, mentre dall’Italia e dalla regione i villeggianti sono famiglie, coppie o singoli.
La sospensione di Schengen ai confini con la Slovenia per ora non spaventa la presidente di Federalberghi: «È evidente che non è una buona notizia, ancora meno per i motivi che l’hanno originata, ma vogliamo sperare che da qui al periodo delle vacanze si trovino soluzioni per consentire la libera circolazione delle persone. Indietro non si può tornare – sottolinea – e confidiamo che per dicembre la situazione sia mutata in meglio».
Per ora, infatti, il conflitto israelo-palestinese non preoccupa, soprattutto perché l’auspicio è per una soluzione positiva e che, soprattutto, resti circoscritto. «Se ci fosse, viceversa, un allargamento del conflitto, allora sì che saremmo in una condizione grave», aggiunge Schneider.


I PREZZI


Per i vacanzieri di Natale e dell’intera stagione, l’impatto con i prezzi non dovrebbe essere da shock. «Come abbiamo già evidenziato nel corso dell’estate, gli aumenti sono stati entro l’inflazione – afferma la presidente regionale di Federalberghi – e chi ha aumentato quest’estate non rincarerà ulteriormente quest’inverno. Occorre sempre tenere presente che noi operatori dobbiamo cercare un equilibrio tra la nostra necessità di fare impresa e il rispetto verso il cliente, che altrimenti non torna».
Schneider, naturalmente, ha ben chiaro ciò che accade anche nelle regioni limitrofe al Friuli Venezia Giulia, trovando in alcuni casi dei comportamenti che potrebbero favorire una vacanza in regione: «In alcune zone – spiega – si è molto investito in ammodernamento degli spazi di accoglienza, decidendo però di puntare su una fascia di clientela decisamente alta, o quasi esclusivamente alta, tanto che gli alberghi sono quasi tutti quattro o cinque stelle con prezzi decisamente elevati». La montagna friulana mantiene, invece, una pluralità di proposte e questo, nella visione della presidente-imprenditrice, potrebbe favorirla in una platea più ampia. Pensando alle possibili ulteriori azioni per accrescere il flusso turistico, Schneider punterebbe «a far conoscere di più in Italia le opportunità della nostra regione perché, eccezion fatta per Natale, l’80% del nostro turismo invernale arriva dall’estero. Bene promuovere le piste da sci e la loro sicurezza – aggiunge –, ma sarebbe opportuno insistere maggiormente su tutto quanto non è connesso allo sci, per intercettare altri interessi e promuovere un’offerta che c’è ed è di valore. Anche all’estero – conclude – c’è parecchia attenzione per la montagna d’inverno vissuta senza gli sci ai piedi».

Ultimo aggiornamento: 07:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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