Aedis apre a Pordenone un nuovo centro: seguirà minori nei guai con la giustizia. «Cerchiamo personale da impiegare»

Dopo aver lasciato la pronta accoglienza degli stranieri a Udine: "Sistemi diversi e un approccio diverso"

Domenica 31 Marzo 2024 di C.D.M.
Aedis apre a Pordenone un nuovo centro: seguirà minori nei guai con la giustizia. «Cerchiamo personale da impiegare»

UDINE - «Entro l'estate» nascerà nel pordenonese una comunità di accoglienza per ragazzi che hanno sbagliato. Reati di piccolo cabotaggio, assicura Michele Lisco, presidente della Aedis onlus di Pasian di Prato, che è pronto a lanciarsi in questa avventura dopo aver lasciato lo scorso autunno - anche in modo un po' burrascoso, a giudicare dalla risonanza sui media delle posizioni assunte dalla onlus e dall'amministrazione udinese - la gestione del servizio di prima accoglienza dei minori stranieri non accompagnati affidati dal Comune di Udine.

A chi si rivolge la struttura

«Il nostro nuovo centro, che apriremo nel pordenonese spero entro l'estate, accoglierà ragazzi in stato di giudizio che vengono sottoposti al provvedimento di messa alla prova», chiarisce Lisco. Non quindi più minori stranieri non accompagnati, ma ragazzi under 18 «in linea di massima italiani, anche se non escludiamo che arrivino stranieri di seconda generazione».

La prassi prevede, infatti, che con il provvedimento di messa alla prova il processo venga sospeso e i minori vengano affidati ai Servizi della giustizia minorile che, anche in collaborazione con gli enti locali, lo sottopongano a un periodo di osservazione, sostegno e controllo.


«Massimo 10 persone per ragioni di sicurezza»

«Nel nostro centro non ci saranno sbarre e nessun mezzo di contenzione - precisa Lisco -. La struttura interna ricalca quella di una qualsiasi comunità. Sono solo più piccole, per un numero limitato di ragazzi. Nella nostra ospiteremo 8 o 10 al massimo. Una "famiglia" gestibile: se dovessero fare baruffa, la farebbero in cinque», ipotizza. Ma a vigilare che questo non accada ci saranno «un operatore ogni quattro ragazzi. Quindi, con 8 ospiti, due addetti sempre presenti in comunità. Noi ne vogliamo tenere di più per ragioni di sicurezza. Vogliamo partire sicuri. Abbiamo addirittura stabilito di cominciare con 5-6 giorni di prova: una simulazione per provare a vedere come va, senza ragazzi presenti in struttura». Il presidente di Aedis spiega che ci saranno anche delle figure deputate alla vigilanza. «Avremo degli addetti alla sicurezza specializzati con certificato», precisa infatti Lisco.

«L'immigrazione è cambiata radicalmente»

Insomma, piuttosto che continuare a gestire i minori stranieri più "difficili" affidati da Palazzo D'Aronco, Aedis ha preferito prendere dei ragazzi sub judice, che quindi qualcosa hanno già combinato? «Si tratta di ragazzi denunciati per reati minori. Sono già in qualche modo "trattati". È un sistema diverso, c'è un approccio diverso e ci sono condizioni diverse. Facciamo una prova. Ci impegniamo per un periodo in convenzione con il ministero e le aziende sanitarie». Quindi, cambieranno anche gli interlocutori della onlus, che non saranno più, in questo caso, i Comuni responsabili dei minori stranieri non accompagnati individuati sul loro territorio. «L'immigrazione ormai è cambiata radicalmente: i ragazzi stranieri arrivano qui con scopi diversi e comportamenti diversi. Io ricordo i minori stranieri di 4-5 anni fa ed erano diversi».

Trovare personale

In teoria, nella nuova comunità «potrebbero essere accolti minori di tutta Italia, non solo del resto della regione». Il problema ora è trovare personale. «Si fa molta fatica adesso a trovare operatori. Con le nuove norme, ce ne vogliono di più e tutte le associazioni se li "rubano". Per questo, stiamo cercando personale», conclude il presidente di Aedis.

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