Cimolai, operazione salvataggio: presto arriva il commissario, piano industriale e debiti da ripianare

Depositati al tribunale di Trieste le domande per la ristrutturazione. Messe in sicurezza fabbriche e occupazione, ma si attendono i programmi per far fronte ai creditori e alle banche. Operazioni con derivati avrebbero creato una falla da 300 milioni

Venerdì 21 Ottobre 2022 di Loris Del Frate
Cimolai, operazione salvataggio: in arrivo il commissario

LA CRISI - Inizia il percorso della Cimolai spa per cercare di uscire dalla crisi finanziaria in cui è caduta. Ieri, infatti, il pool di tecnici, avvocati e commercialisti che sta seguendo la vicenda ha depositato al tribunale di Trieste la domanda di accesso agli strumenti di regolazione della crisi previsti dal codice della crisi d'impresa. In pratica una richiesta di concordato, anche se la definizione corretta, da quello che emerge, è ristrutturazione soggetta a omologazione, uno strumento inserito recentemente e che dovrebbe consentire una maggior flessibilità sia sul fronte dell'operatività che su quello dei pagamenti ai creditori.

Questo tipo di percorso, inoltre, in qualsiasi momento può essere trasformato nella forma più classica del concordato.

SICUREZZA
Resta il fatto che la deposizione della domanda al Tribunale mette in sicurezza l'azienda sotto l'aspetto di eventuali sgambetti da parte delle banche che sono esposte con i derivati e anche dei creditori che hanno lavorato per la Cimolai e non hanno ancora visto neppure un euro. È ovvio che adesso inizia la strada più complicata per l'azienda perché, se da un lato la Cimolai potrà continuare a lavorare e a mantenere l'occupazione, dall'altro avrà 120 giorni di tempo per predisporre un piano industriale credibile che possa avere l'avallo sia del giudice che ovviamente delle banche e dei singoli creditori. In questo senso la ristrutturazione soggetta a omologazione garantisce maggior autonomia e in un qualsiasi momento si può tornare al concordato.

IL COMMISSARIO
È un altro dei punti fondamentali del percorso. L'avvio di questa fase, infatti, apre le porte a un commissario che sarà a garanzia e che sarà nominato dal giudice. Il governo dell'impresa resta nelle mani del consiglio di amministrazione, ma per tutte le operazioni straordinarie c'è la necessità di concordare i passaggi con il commissario che a sua volta avrà come riferimento il giudice. Alla fine dei 120 giorni l'azienda dovrà presentare il piano industriale e ovviamente dovrà dimostrare di essere in grado di far fronte alla situazione debitoria.

RICAPITALIZZAZIONE
È uno dei primi passi da fare, ancora prima di iniziare a lavorare sul piano. È fondamentale, infatti, ricapitalizzare e rinsaldare il capitale sociale. A questo proposito dall'azienda pordenonese è arrivata una nota chiara su questo punto. Nel piano di ristrutturazione che la società sta elaborando - si legge - è previsto un importante rafforzamento patrimoniale al quale hanno già manifestato interesse diversi soggetti italiani ed esteri. Non solo, quindi, Cimolai ricapitalizzerà di tasca propria, ma sono anche in corso trattative con soggetti interessati. Non è da escludere che possano essere stranieri, ma in ogni caso dovranno essere soggetti industriali e non finanziari. Questo anche per dare continuità precisa all'azienda.

I DERIVATI
È il vero cuore della questione. La Cimolai spa, infatti, è finita nelle pesti per diverse operazioni con derivati. Strumenti che avevano la funzione di coprire i costi delle operazioni sui cantieri esteri. In realtà dal Sole 24Ore è emersa una situazione un po' diversa. Complessivamente, infatti, le operazioni con derivati sarebbero intorno al miliardo di euro con 21 banche interessate, sia italiane che straniere. Troppi per coprire l'azienda dal rischio di oscillazione delle valute quando si opera all'estero. La conclusione, dunque, ma ovviamente siamo nel campo delle supposizioni, è che ci fosse anche un approccio speculativo oltre che assicurativo. Le operazioni non andate a buon fine con i derivati sarebbero intorno ai 300 milioni di euro. Resta il fatto che ora l'azienda cercherà anche di annullare alcuni di questi contratti in quanto - secondo l'impresa - sarebbero stati eseguiti all'insaputa del consiglio di amministrazione. I tempi, però, saranno lunghi. Prima c'è da mettere in sicurezza l'azienda.

Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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