Pochi bambini, ma troppi reparti: il pordenonese rischia un taglio

Lunedì 19 Dicembre 2022 di Loris Del Frate
Pochi bambini, ma troppi reparti. Il pordenonese rischia un taglio

C'è poco da stare allegri a vedere gli ultimi dati sulle nascite e sulle morti che riguardano il Friuli Venezia Giulia. Non solo il saldo è decisamente in negativo (come da tutte le parti d'Italia, del resto), da in regione si arriva a circa 8 mila unità di differenza. Un numero che la dice lunga non solo sullo spopolamento della montagna, ma dell'intero territorio. Il primo dato non può che partire da una considerazione: rispetto a 13 anni fa nascono il 30 per cento di bambini in meno. Una percentuale che classifica il Fvg al quart'ultimo posto tra le regioni italiane.

Ma non è tutto. Già, perchè la regione risale, invece, su un altro numero dove sarebbe meglio rimanere in basso: la percentuale di mortalità. Ebbene, il Fvg è al quarto posto nella classifica nazionale.


I NUMERI
A fine novembre di quest'anno i nati erano 6.357. Un numero basso rispetto a quello del 2021 che erano invece, 7.269, ma che in realtà pagavano già lo scotto di un calo consistente rispetto all'anno prima quando erano venuti alla luce 7.434. La crisi, la difficoltà a trovare una stabilità sia lavorativa che per quanto riguarda la casa delle coppie giovani ha dato il colpo di grazia a una calo che si era già ben evidenziato con la pandemia.


I PUNTI NASCITA
Sacrosanto difendere il reparto di Ostetricia di San Vito al Tagliamento, anche a fronte del fatto che oltre a superare i 500 parti l'anno (soglia minima per la sopravvivenza del punto nascita) è anche un polo di attrazione dal Veneto ed ha acquisito una fetta dei parti che si tenevano a Palmanova chiuso due anni fa a scapito di Latisana. Resta però il fatto che se non ci sarà una inversione di tendenza in tempi brevi la Regione (e nel dettaglio l'assessorato alla sanità) si vedrà costretto a riprendere in mano le forbici per tagliare uno a più punti nascita.


CHI RISCHIA
Entrando nel merito si può subito fare una radiografia di chi rischia maggiormente. Entrando nel merito San Vito al Tagliamento, il Policlinico San Giorgio di Pordenone (unico punto nascita privato accreditato dei nove che funzionano in regione) e Latisana sono tutti più o meno intorno alle stesso numero. Superano i 500 parti, ma ci navigano intorno. Chi sta peggio (come numeri) è la casa di Cura San Giorgio che - non dimentichiamolo - era già finita nel giro d'aria della chiusura con l'allora giunta di Centrosinistra della presidente Debora Serracchiani. Un sussulto d'orgoglio del suo vice, Sergio Bolzonello, aveva chiuso la discussione anche perchè era stato inaugurato da poco il nuovo reparto. Non rischiano colpi di mano sicuramente i punti nascita di Udine (nuovo), Pordenone e Burlo che superano i mille parti l'anno, ma numericamente sono a posto anche quelli di Monfalcone e San Daniele che si assestano sugli ottocento parti. Salvo per deroga Tolmezzo, decisamente più basso dei 500 nati l'anno, ma che deve restare aperto perchè garantisce un presidio per la zona montana.


L'ANNO NUOVO
Ovviamente con le regionali alle porte difficile pensare che la politica possa pensare di mettere all'ordine del giorno in questi sei mesi il taglio di qualche punto nascita. Il problema, però - sempre ammesso che il trend dei nuovi nati non abbia un sussulto verso l'alto, ma nessun indicatore sino ad ora lo ha previsto - si ripresenterà nel prossimo mandato e visti i numeri dei punti nascita sul territorio tutto fa supporre che tre in provincia di Pordenone siano troppi.

Ultimo aggiornamento: 12:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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