San Vito, il punto nascita rischia la sospensione sotto i 500 parti in un anno

A Pordenone nel 2023 posti letti in più in Medicina e Nefrologia

Giovedì 15 Dicembre 2022 di M.A.
San Vito al Tagliamento, punto nascita rischio sospensione

PORDENONE - La discussione, a tratti anche accesa, riguardava tutte le emergenze: dalla carenza di personale all'organizzazione dei turni, fino al destino delle strutture per l'assistenza intermedia e all'assunzione dei nuovi infermieri. Su un punto, però, il dialogo si è fermato e le posizioni sono diventate inconciliabili. Si tratta del punto nascita di San Vito al Tagliamento, uno dei più importanti del Friuli Occidentale.
E la comunicazione con la quale la Cgil (il sindacato che ieri ha incontrato l'Azienda sanitaria) è uscita dal vertice con un allarme rosso: il punto nascita, se si scenderà al di sotto dei 500 parti in un anno, sarà sospeso.

E il problema è che la cifra purtroppo non è lontana.


LA PREOCCUPAZIONE
«Se il punto nascita di San Vito al Tagliamento scenderà al di sotto dei 500 parti sarà sospeso. Non chiuso, ma sospeso. E il direttore generale dell'AsFo, Giuseppe Tonutti, non ha inteso concedere deroghe», è stato il commento secco di Pier Luigi Benvenuto, sindacalista della Cgil che segue il comparto della sanità. «Non sono io - ha replicato a stretto giro proprio il direttore generale Tonutti - ma è la normativa che lo dice. Se si scende sotto quota 500 nascite si deve sospendere l'attività. So che la richiesta di una deroga è forte e che il tema è giustamente molto sentito, ma non ci sono alternative in questo momento. Attendiamo comunque i numeri per prendere una decisione su questo tema. Purtroppo il limite non è lontano». Un punto nascita, quello di San Vito, che è sempre stato difeso - anche dalle critiche e dalle voci incontrollate - dall'assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi. Ora però a contare non sono tanto le battaglie politiche, quanto i numeri e le normative, oltre le quali il direttore generale Tonutti ha chiarito di non poter e di non voler andare.


IL QUADRO
L'incontro di ieri tra il rappresentante della Cgil e i vertici dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale non riguardava ovviamente solo il punto nascite di San Vito. Sul piatto c'era un tema generale ancora più scottante, e cioè quello riguardante la carenza di personale. E sono emerse delle novità. La prima, ad esempio, rappresenta anche una buona notizia per l'ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, il più importante presidio sanitario di tutta la provincia. Nel 2023, infatti, si riusciranno ad attivare altri 22 posti letto, divisi tra la Nefrologia e la Medicina. «E questo sarà possibile - ha riferito il direttore generale Tonutti - grazie all'ingresso di una trentina di infermieri». L'operazione che riguarda l'arrivo dei professionisti è in dirittura d'arrivo e la speranza dei vertici dell'ospedale è quella che il loro numero possa crescere per arrivare almeno a quota 35 unità. «In realtà - ha ribattuto il sindacalista Benvenuto - ci troviamo di fronte a una situazione disastrosa. Gli ingressi dei nuovi infermieri? Serviranno solamente a coprire i buchi esistenti. Vogliamo risposte sui turni massacranti, sull'organizzazione del lavoro, su un problema di personale che non si risolve con una trentina di ingressi». Un altro dato riguarda la copertura notturna del reparto di Medicina, che attualmente è garantita da due infermieri e un operatore sociosanitario. Tonutti ha auspicato che sia possibile mettere in corsia di notte almeno un altro operatore sociosanitario, per arrivare a quota quattro.


TERRITORIO
Durante il vertice sindacato-azienda si è parlato anche dell'esternalizzazione della Rsa di San Vito al Tagliamento, la cui operazione era stata anticipata su queste pagine, e della stessa procedura che riguarderà anche gli infermieri dell'ambulanza di Azzano Decimo. Intanto ieri di fronte alle strutture sanitarie un altro giro di manifestazioni di protesta. «Agli amministratori regionali - ha riferito il Coordinamento salute Fvg nel suo volantino - chiediamo impegni precisi nel prossimo bilancio». Tra questi impegni, l'aumento dei finanziamenti da destinare al personale, l'assunzione di medici di base nelle zone montane grazie a un sistema di benefici e incentivi, l'apertura prima del 2026 degli ospedali di comunità, il rafforzamento dei distretti territoriali e l'adeguamento dei Pronto soccorso.
 

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