L'Austria blocca i Tir al Brennero? I camionisti invadono il Friuli e il traffico impazzisce

Mercoledì 30 Agosto 2023 di Marco Agrusti
Una coda di mezzi pesanti

 Il caos è continuo, la posizione del governo di Vienna intransigente.

Nessuna marcia indietro. Addirittura il ministro delle Infrastrutture del governo Meloni, Matteo Salvini, ha promesso di portare il caso sulla scrivania della Commissione europea di Bruxelles. Eppure l’Austria tira dritta, bloccando a fasi alterne il collo di bottiglia del Brennero, cioè il principale valico alpino per chi è diretto dal Sud al Centro Europa. E le ripercussioni riportano in sofferenza le strade del Friuli Venezia Giulia, perché l’altra alternativa, se si parla di traffico merci, si chiama Tarvisio. Non ci sono altri valichi autostradali tra Italia e Austria. 


L’IMPATTO


Esistono già le prime stime, che andranno - è questione di qualche settimana - a comporre un vero e proprio rapporto. La strozzatura generata dalle decisioni austriache alla frontiera Schenghen del Brennero quest’estate ha provocato un aumento del 15 per cento del traffico pesante in Friuli Venezia Giulia. Questo perché gli autotrasportatori - con alle spalle le ditte che organizzano le spedizioni - hanno preferito allungare (spesso di centinaia di chilometri) le tratte piuttosto di rimanere incolonnati anche per un intero giorno tra la Provincia autonoma di Bolzano e il Tirolo austriaco. 
Le strade che sono andate maggiormente in sofferenza sono sempre le stesse: da un lato la Pontebbana, dall’altro il tratto dell’autostrada A23 tra Udine Nord e il confine di Stato di Coccau, con una maggiore concentrazione di veicoli che si è registrata come sempre accade da Osoppo verso il tratto montano della principale direttrice Italia-Austria che attraversa la nostra regione. 


COSA SUCCEDE


Praticamente per quasi tutta l’estate è successo questo: anche chi prima sceglieva il Brennero per superare le Alpi e dirigersi in Germania, negli ultimi mesi ha cambiato strada, allungando il tragitto e percorrendo la direttrice che dal Friuli porta a Villach e successivamente a Salisburgo (attraverso l’autostrada dei Tauri) e quindi in Baviera verso Monaco. Questo perché le autorità austriache hanno nuovamente imposto il limite dei cento mezzi pesanti l’ora alla frontiera del Brennero, rendendo di fatto molto meno conveniente il passaggio diretto dall’A22 al territorio di competenza di Vienna. Una decisione unilaterale che di fatto condiziona lo stesso trattato di Schenghen, che prevederebbe la libera circolazione di merci e persone tra le Nazioni firmatarie. Una scelta che ha mandato su tutte le furie il governo italiano e le associazioni di categoria. E che si sente anche in Friuli. 


I PROSSIMI PASSI


L’11 settembre si riunirà un organismo importante nella nostra regione. Si tratta del tavolo della logistica del Friuli Venezia Giulia. Ne fanno parte i principali attori del settore, dalla politica fino agli interporti e l’Autorità portuale. «E l’argomento numero uno all’ordine - ha assicurato Cristina Amirante - assessore alle Infrastrutture della giunta Fedriga - sarà proprio il problema generato dalle strozzature in corso al Brennero». In quella sede si affronterà il nodo con delle statistiche aggiornate. E sarà anche l’occasione per ribadire la necessità di accelerare sulla via degli investimenti infrastrutturali in Friuli Venezia Giulia. Il completamento della terza corsia con un anno di anticipo, come annunciato all’inizio dell’estate, non basterà a risolvere il deficit di cui soffre la nostra regione. La direttrice su cui agire, infatti, è proprio quella che da Sud porta alle Alpi e quindi all’Austria. E le ripercussioni dovute al blocco del Brennero hanno fatto vibrare ancora una volta un nervo scoperto da decenni. 

Ultimo aggiornamento: 17:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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