Cent'anni di Bepi Antonini, fu il tipografo della Resistenza partigiana rischiando la vita

Mercoledì 15 Dicembre 2021 di Enrico Padovan
Bepi Antonini, 100 anni con il sindaco Carli
2

MANIAGO - Giuseppe Bepi Antonini, uno dei leggendari stampatori maniaghesi della tipografia della libertà, ha spento ieri cento candeline. Per festeggiare il superamento di questo traguardo, si sono recati in visita nella sua dimora il sindaco Andrea Carli e l'assessore Cristina Querin.

IL SEGRETO

«Il segreto per arrivare a cent'anni - svela Bepi - è rispettare la propria salute, mantenendosi sempre in forma». Ma in realtà, in questa ricetta c'è anche un ingrediente segreto: due quadretti di cioccolato fondente al giorno.

Bepi legge molto per tenere la mente allenata, e nonostante non esca più di casa a causa della pandemia percorre ogni giorno il corridoio più volte appoggiandosi al suo carrellino.

LA SUA STORIA

Bepi è nato il 14 dicembre 1921 da Domenico e Marina, terzo di quattro fratelli. Il papà era un fabbro, mentre i fratelli più grandi - Gigi e Mario - divennero rispettivamente falegname e barbiere. La sorella più piccola, Santina, morì ancora bambina. Bepi cominciò a lavorare a 14 anni alla tipografia di Aldo Mazzoli, nel 1935, e presto la sua storia si intrecciò con quella della Resistenza partigiana. Durante la seconda guerra mondiale, infatti, stampava clandestinamente giornali, documenti, circolari, proclami partigiani, indirizzati sia a chi lottava di nascosto sia agli angloamericani nei territori liberati. Bepi fu anche partigiano della Brigata Picelli dal maggio 1944 al 24 giugno 1945, con il nome di battaglia Pino. Rischiò la vita più volte e schivò una retata dei tedeschi. Non fu facile: ci voleva un po' di incoscienza per stampare clandestinamente, visto che anche a Maniago erano presenti delatori e collaboratori di tedeschi e fascisti di Salò. «Non mi sento un eroe, quando è stato il momento ho fatto quello che dovevo fare» ha raccontato Bepi qualche anno fa, quando Dino Barattin dedicò alla storia sua e dei suoi compagni il libro La tipografia della libertà. All'età di trent'anni, dopo la guerra, Bepi si spostò in Australia dove visse per un lustro. Successivamente tornò in Italia, dove conobbe Franca e se ne innamorò: questo lo convinse a costruire casa e stabilirsi definitivamente nel Belpaese. Dal matrimonio nacquero due figli, Gianni e Marina.

MEZZO SECOLO IN TIPOGRAFIA

Nel frattempo continuava a svolgere il mestiere di tipografo, che lo terrà impegnato complessivamente per ben cinquant'anni. Oltre a Franca e ai due figli, il grande amore della vita di Bepi è la montagna: membro del Cai di Maniago, ha collaborato alla costruzione del rifugio Maniago e si è avventurato in escursioni in tutto il Friuli, scalando per l'ultima volta il Campanile della Val Montanaia a 63 anni. Bepi è sempre stato un grande amante degli sci, ed è probabilmente uno degli uomini che meglio hanno saputo approfittare degli ski pass gratuiti per gli over 70: fino ai novant'anni, infatti, lo si poteva vedere mentre sfrecciava lungo le piste del Piancavallo. Ultima ma non ultima, la musica: da giovane suonava la batteria in una band.

Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 15:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci