Montagna abbandonata, ora l'Alta Valcellina non ha più neppure la guardia medica

Lunedì 16 Agosto 2021 di Lorenzo Padovan
Montagna abbandonata, ora l'Alta Valcellina non ha più neppure la guardia medica
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CLAUT - «La montagna è sempre più sola e abbandonata al proprio destino. La Guardia medica è quasi una chimera e i concittadini, e i tanti emigranti e turisti che popolano l'Alta Valcellina d'estate, devono sperare di stare bene perchè il presidio che ci è stato assegnato, ad esempio, per il prossimo fine settimana, è quello di Sacile, a un'ora e un quarto di auto e 63 chilometri di distanza»: il grido di dolore è del sindaco di Claut, Gionata Sturam, per nulla soddisfatto dal tentativo di rassicurazione ricevuto dopo le lettere di protesta inviate in Regione, e alla Conferenza di Area Vasta, da parte della direzione dell'Asfo.


SERVIZIO ASSENTE
«Ognuno invoca, giustamente, il potenziamento dei servizi per la propria comunità - rimarca l'amministratore della stazione turistica montana -, ma se nel gioco degli incastri viene a mancare la Guardia medica a Pordenone, San Vito, Sacile o Spilimbergo, i cittadini hanno il Pronto soccorso a cui rivolgersi.

In Alta Valcellina non abbiamo nessuno: se per caso c'è il presidio di Maniago attivo, nel 90% dei casi il professionista si rifiuta di salire in valle perché è troppo distante e lascerebbe sguarnita la postazione per troppo tempo; resta l'alternativa Belluno, che si raggiunge in 45 minuti e che comporta anche un ulteriore esborso per le casse del Servizio sanitario regionale, perchè come pazienti friulani ci rivolgiamo al Veneto».


VALCELLINA DIMENTICATA
La situazione di Claut è penalizzante da mesi: gli abitanti dell'Alta Valcellina hanno ora la possibilità di usufruire della Guardia medica notturna (quando c'è, le defezioni si sprecano) soltanto dalle 20 alle 24 e di conseguenza dalla mezzanotte alle 8 qualunque problema di salute può essere affrontato soltanto raggiungendo gli ospedali di riferimento. «Come ho più volte ribadito - ha aggiunto, provocatoriamente, il sindaco -, dobbiamo imparare ad ammalarci a tempo. Dobbiamo sapere ascoltare i segnali del nostro corpo e fiondarci dal dottore prima che sia troppo tardi. Se il malessere ci sveglia nel cuore della notte, siamo fregati: ce lo teniamo, sperando che tutto vada bene, fino alla mattina seguente, oppure iniziamo un mesto pellegrinaggio notturno in cerca di assistenza».


I DUBBI DEL SINDACO
Asfo ha convocato il 2 settembre il tavolo del comitato aziendale della medicina generale per dare operatività alla figura dei responsabili della continuità assistenziale. La Guardia medica, inoltre, potrà essere incentivata da formazione, reperibilità e remunerazione aggiuntiva prevista per l'attività ambulatoriale prestata. L'Asfo ha previsto anche che, in caso di disdetta del turno, i medici debbano darne comunicazione per tempo. «Tutto bello - ha concluso Sturam -, ma sarebbe un segnale in controtendenza se si iniziasse a sanare la carenza partendo dalla montagna e non dal capoluogo».

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