Aggredisce lo zio puntandogli un coltello alla gola, un anno fa si era scagliato contro il patrigno a Lignano

Oggi la convalida dell’arresto del 20enne Il Pm conferma l’ipotesi di tentato omicidio

Mercoledì 9 Agosto 2023 di C.A.
Aggredisce lo zio puntandogli un coltello alla gola, un anno fa si era scagliato contro il patrigno a Lignano

È un dramma familiare quello che ha portato in carcere il giovane Sebastian T.A., il ventenne di origini colombiane che risiede a Porcia e domenica ha aggredito lo zio puntandogli un coltello alla gola.

Oggi il ragazzo affronterà l’udienza di convalida dell’arresto. La Procura della Repubblica ha confermato l’ipotesi di tentato omicidio chiedendo al giudice per le indagini preliminari Giorgio Cozzarini di valutare una misura cautelare: il carcere o, in alternativa, il ricovero in una struttura sanitaria. Il giovane, infatti, già in passato ha manifestato problemi di salute mentale. Lo scorso anno, durante una gita a Lignano Sabbiadoro con la madre e il patrigno, aveva aggredito quest’ultimo, sempre con un coltello. Erano in auto, quando il ventenne si è scagliato contro l’uomo ferendolo in modo non grave al collo.


L’AGGRESSIONE
Domenica scorsa, verso mezzogiorno, Sebastian si è scagliato contro lo zio che era venuto dalla Colombia a far visita alla famiglia. In casa c’era anche la nonna, anche lei arrivata dall’estero. Improvvisamente il ventenne ha aggredito alle spalle lo zio, in quel momento intento a leggere la Bibbia. L’uomo è stato colto di sorpresa. L’aggressione - da quanto è stato accertato - è stata improvviso, non sarebbe stata preceduta da alcuna lite, nè sono emersi contrasti tra il giovani e parenti venuti in vacanza in Italia. Lo zio ha riportato una ferita superficiale alla gola, lunga otto centimetri, giudicata guaribile in un giorno. Ma ha anche dovuto difendersi, utilizzando un cuscino, per evitare ulteriori colpi. Zio e nonna hanno trovato rifugio in una stanza, spaventati e preoccupati per una situazione che stava rischiando di degenerare. Hanno chiamato il numero di emergenza 112, che ha inviato a Porcia una pattuglia del Radiomobile di Pordenone.


L’INTERVENTO
È stato lo stesso ragazzo ad aprire la porta ai carabinieri. Inizialmente aveva fatto un po’ di resistenza, perché voleva assicurarsi che fossero effettivamente rappresentanti delle forze dell’ordine. I militari dell’Arma hanno ricostruito l’episodio attraverso le testimonianze dei parenti. È emerso uno di quei delicati casi in cui l’autorità giudiziaria viene chiamata a sostituirsi alla struttura sanitaria individuando nel carcere l’unica soluzione per contenere l’eventuale pericolosità dei soggetti coinvolti. «Questo ragazzo - conferma l’avvocato Luca Spinazzè, che oggi lo assisterà nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto - ha bisogno di cure e chiederò che venga adottata una misura alternativa al carcere affinché possa essere adeguatamente seguito». Lo scorso anno, dopo l’episodio successo a Lignano, quando aveva aggredito il patrigno, il ventenne era stato ricoverato un paio di mesi in una struttura adeguata, dove si erano presi cura della sua salute.

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