Il Gruppo Danieli sposa l'acciaio green, super impianto da 1 miliardo e 600 posti di lavoro: «Sarà il primo d'Europa»

Regione pronta a mettere sul tavolo 80 milioni per creare le condizioni ambientali

Sabato 11 Giugno 2022 di Antonella Lanfrit
Gruppo Danieli, stabilimento acciaio inaugurati nel 2021 a Cargnacco. Ora il progetto per la siderurgia green

SAN GIORGIO DI NOGARO - Ferri in acqua, in questo caso non solo metaforicamente, «già a fine anno», con «la fase progettuale preliminare» per creare in un'area di 70 ettari della zona industriale dell'Aussa Corno, a San Giorgio di Nogaro, le condizioni infrastrutturali idonee al successivo insediamento di un impianto per la produzione di acciaio green, «il più performante in Europa». La Regione è pronta a investire 80 milioni affinché ci siano le condizioni ambientali idonee, il gruppo Metinvest-Danieli farà il resto, con la costruzione dell'impianto per un investimento iniziale di un miliardo e 600 posti di lavoro. «La previsione è di una produzione del valore di 3 miliardi, l'equivalente di 8 punti del Pil Fvg».

IL PROGETTO
Sono i tempi e le cifre cardine con cui l'assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Bini, riassume il senso dell'atto sottoscritto ieri nella sede della Regione a Udine: la stipula dell'accordo di programma per l'esecuzione del progetto integrato infrastrutturale industriale, capacità logistica e implementazione dell'accessibilità al porto a San Giorgio di Nogaro. A dare la misura dell'importanza dell'appuntamento, anche il numero dei soggetti coinvolti: amministratori dei Comuni interessati Grado, Marano Lagunare, San Giorgio di Nogaro e Torviscosa -, associazioni di categoria, referenti di enti e consorzi, tra cui Cafc, Arpa e Cosef, le università di Udine e Trieste, Confindustria Udine, il Gruppo Danieli e le diverse direzione regionali coinvolte.

All'origine dell'atto, la decisione della Giunta regionale, deliberata dall'esecutivo a maggio, «di dichiarare l'interesse strategico di quest'area spiega Bini -, per ridarle un futuro dopo che si è concluso il lungo iter liquidatorio del Consorzio di Sviluppo industriale Ziac. Con la disponibilità all'investimento di circa 80 milioni, la Regione fa la sua parte».

L'EX CONSORZIO
La liquidazione del Consorzio, proprio a inizio 2022, ha registrato gli ultimi atti, con il deposito del bilancio finale per giungere alla conclusione della liquidazione coatta amministrativa del Consorzio e il passaggio del patrimonio disponibile residuale in capo al Cosef, il Consorzio di sviluppo economico per l'area del Friuli, e al demanio regionale. Ora, dunque, si guarda al futuro, con tempi di intervento ravvicinati. Sarà la direzione regionale Attività produttive a fare da capofila al coordinamento dei vari procedimenti e ai tavoli di concertazione per ridurre i tempi. «Il progetto illustra Bini prevede, in via preliminare, il dragaggio del canale Corno di ingresso al porto, per permettere l'attracco alla banchina di navi con pescaggio profondo. I sedimenti, come da parametri dell'economia circolare, saranno utilizzati sul posto per creare barene di mantenimenti». La banchina di attracco, inoltre, «sarà allungata a 450 metri prosegue l'assessore -; saranno realizzati nuovi piazzali e alcune aree di costa saranno sollevate di un paio di metri. Le darsene non subiranno modifiche, se non per la viabilità di accesso. Con la variazione dei piani urbanistici, la viabilità sarà ridisegnata a servizio delle imprese».

LE MERCI
L'operazione, oltre a consentire la costruzione del laminatoio, nella visione regionale rafforzerà la vocazione industriale di Porto Nogaro, con l'aumento quindi del trasporto via mare, sia delle materie prime in arrivo, sia del prodotto lavorato in uscita dalle industrie insediate nell'Aussa Corno. La creazione dell'acciaieria/laminatoio all'avanguardia e di grandi dimensioni richiederà poi alcuni anni di lavoro, con un investimento di circa un miliardo per creare all'inizio 600 posti di lavoro diretti, cui si aggiungeranno numeri significativi per l'indotto, probabilmente altrettanti occupati. Senza contare le ulteriori aziende che potranno beneficiare di un'area riattata. «L'interesse da parte della Regione per quest'operazione è massimo perché ha un doppio beneficio sottolinea Bini -. Permettere la concretizzazione dell'importante investimento privato e favorire l'insediamento in Aussa Corno di altre realtà produttive», legate a diversi ambiti: meccanica, software, manutenzione, elettronica. «Il Friuli Venezia Giulia si sta dimostrando sempre più regione capace di attrarre economia di qualità considera Bini, pensando al laminatoio super green e non solo -, come dimostra l'impennata nel 2022 di domande d'insediamento nei Consorzi industriali, sia da parte di realtà che arrivano da fuori regione, sia da parte di imprenditori regionali che ampliano la loro attività».

Ultimo aggiornamento: 16:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci