Banca di Verona-Vicenza: con Patavina balzo ai vertici delle Bcc d'Italia

Il presidente Piva: «A maggio il piano industriale, se arriva l'ok della Bce contiamo di varare entro l'anno la fusione che darà vita a una banca da 5,7 miliardi di attivo»

Martedì 21 Marzo 2023 di Maurizio Crema
Flavio Piva, presidente della Banca di verona Vicenza

VENEZIA - Fusione in pista tra la Banca di Verona Vicenza e la Patavina di Piove di Sacco: potrebbe dare il "La" a una delle prime cinque Bcc d'Italia e del Nordest con 5,7 miliardi di attivo, oltre 28mila soci e 92 sportelli con presenze in tutto il Veneto tranne Treviso e Belluno, ma anche fuori regione tra Mantova e Trento. «I due cda hanno approvato all'unanimità la lettera d'intenti, il piano industriale dovrebbe essere pronto a maggio e poi inviato per l'approvazione alla nostra capogruppo Iccrea e alla Bce - spiega Flavio Piva, presidente della Banca di Verona-Vicenza e della Federazione Veneta -.

Contiamo di andare in assemblea straordinaria per il via libera dai soci alla fusione a fine novembre o primi di dicembre». Un'alleanza che non parte da problemi ma dalla voglia di crescere ancora nel territorio e diventare centrali in Veneto.


UTILE NETTO A 32,3 MILIONI
«Noi abbiamo chiuso il 2022 con risultati molto positivi con un utile netto di 32,3 milioni, in crescita di oltre il 160% sul 2021 dopo aver assorbito Cerea, banca che aveva avuto delle vicissitudini anche per gli investimenti calcistici dove abbiamo garantito tutti gli 80 posti di lavoro. E anche la Patavina va bene - spiega Piva -. Sono tutte e due banche classificate in fascia "verde", non ci sono problemi. Con questo progetto di alleanza vogliamo cogliere sinergie che ci consentano di essere ancora più forti e vicini ai nostri soci e al territorio. Manterremo senz'altro tre aree territoriali tra Padova, Verona e Vicenza, stiamo ragionando tra soci sulla sede centrale. Sono banche molto radicate, solide, ci vuole il massimo equilibrio, ma non diventeremo una mini Popolare: la mutualità sarà ancora la nostra missione, il 50% minimo della nostra attività sarà con i nostri soci, che in caso di fusione diventeranno oltre 28mila (circa 18mila di Bcc Verona Vicenza). Non chiuderemo nessuna filiale: i presidi sul territorio per noi sono fondamentali». Una presenza anche sociale che quando decollerà la fusione vedrà all'opera 92 sportelli, 54 dalla Bcc di Verona-Vicenza e 38 dalla Patavina che porterà in dote filiali anche nel Veneziano: insieme gli addetti saranno circa 750. «L'aggregato tra queste due realtà porterebbe a numeri di oggi di attivo per circa 5,7 miliardi, tra le prime cinque Bcc in Italia e la più importante del Nordest - dettaglia il presidente - ma l'importante per noi è costruire una banca che ci consenta di fare al meglio il nostro mestiere mutualistico. Una banca che pensi in Veneto, dove la filiera sia corta e dove i valori fondativi siano ben saldi». Niente a che vedere con le banche americane o i colossi svizzeri oggi nell'occhio del ciclone. «Come modello cooperativo e per la nostra realtà ci sentiamo molto tranquilli - avverte il presidente della Bcc con centomila clienti, impieghi per 1,78 miliardi e raccolta diretta a 2,5 miliardi - non ci saranno conseguenze per i nostri istituti da queste crisi negli stati Uniti e in Svizzera».


TRE AREE TERRITORIALI
Piva guarda anche al sistema: «Abbiamo chiuso un anno molto bello, tutte le banche venete hanno registrato risultati positivi e come Federazione stiamo riprendendo il nostro ruolo di promozione del credito cooperativo sviluppando anche nuove progettualità a favore delle nostre 10 Bcc per favorire la cooperazione bancaria e promuovere l'arrivo di nuovi soci collaborando anche con la federazione lombarda e toscana». E con i "cugini" della Federazione Nordest che riunisce gli istituti veneti legati a Cassa Centrale Banca? «I rapporti sono molto buoni è c'è in animo di realizzare qualcosa insieme».
Come è andato il primo trimestre per voi? «I segnali sono buoni, non vediamo problemi, non vediamo deterioramento del credito. Le nostre imprese clienti stanno andando molto bene. Qualche difficoltà c'è per le micro imprese, soprattutto nel commercio, e anche per le famiglie - risponde Piva -. In generale penso che l'andamento dei tassi favorirà le banche anche quest'anno e vedo nelle imprese capacità di innovazione straordinarie».

Ultimo aggiornamento: 17:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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