Candidatura Unesco, gli esperti dell'Università in Salone per datare i dipinti

Mercoledì 6 Gennaio 2021 di Nicoletta Cozza
Gli affreschi al Palazzo della Ragione a Padova

PADOVA - Il riconoscimento è praticamente scontato. Ma la certezza matematica arriverà solo quando troverà risposta anche l’ultimo quesito posto da Icomos, International Council on Monuments, l’organismo preposto a valutare tecnicamente le candidature Unesco, sulla base di determinati requisiti che deve avere la proposta, tra cui eccezionalità, integrità e unicità, a garanzia del fatto che il sito, se per esempio per una qualche ragione dovesse andare perduto, non sarebbe replicabile. Ed è proprio con questo obiettivo che, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, a Palazzo Moroni sta procedendo senza sosta il lavoro per predisporre tutti i tasselli necessari a far sì che per “Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento” arrivi la designazione di Sito Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Padova, comunque, è in pole position per raggiungere il prestigioso traguardo durante i lavori della 44. sessione del Comitato Unesco già fissata tra la fine di giugno e l’inizio di luglio in Cina, a Fuzhou, anche se manca l’esito di un’ultima ricognizione con una procedura all’avanguardia che verrà effettuata nei prossimi giorni dagli esperti dell’Università sugli affreschi del Palazzo della Ragione, in quanto non tutti sono suscettibili di diventare patrimonio Unesco, perché ridipinti nel Quattrocento, dopo che un incendio nel 1420 aveva distrutto i capolavori di Giotto sul soffitto.
IL PUNTO
La “regia” del progetto-Urbs Picta è affidata ad Andrea Colasio. «Stiamo procedendo - spiega l’assessore alla Cultura - in tutti gli ambiti per farci trovare pronti per l’appuntamento in Cina. Per esempio, con la predisposizione dei nuovi pannelli turistici legati all’Urbs Picta, stiamo già allestendo con Aps l’imponente campagna di promozione turistico-culturale che partirà in primavera, prevalentemente sui social, per rilanciare Padova a livello internazionale e che potrà essere effettuata grazie ai 2 milioni di euro che il governo ha fatto pervenire alla nostra città, capitale mondiale della pittura trecentesca. E poi stiamo lavorando per trovare il modo di proporre un unico biglietto per tutti i siti coinvolti. Speriamo che per l’estate 2021 l’emergenza Covid sia cessata e che quindi si possa avere il massimo ritorno da questa grande operazione che contiamo si trasformi in uno straordinario volano per la nostra economia».
I DETTAGLI
C’è però la criticità espressa Icomos riguardante la caratterizzazione dei cicli pittorici all’interno del Salone. «Le fiamme - aggiunge Colasio - giusto 600 anni fa avevano divorato le pareti affrescate e il soffitto dipinto da Giotto, e quindi nel 1430 c’era stato un ripristino. Pertanto, in collaborazione con la professoressa Rita Deiana, direttore del CIBA (Centro Interdipartimentale di Ricerca, Studio e Conservazione dei Beni Archeologici Architettonici e Storico-Artistici, ndr) del nostro Ateneo, stiamo valutando le modalità di analisi in 3D delle pareti con tecniche innovative. Una parte degli affreschi, quindi, sarà sottoposta a queste analisi in modo da verificare se ci sia un rapporto tra quanto dipinto originariamente e i ripristini fatti dopo. Una volta ottenuti i risultati, saremo in grado di rispondere al quesito di Icomos sull’autenticità del ciclo pittorico. In pratica, andremo a vedere “cosa c’è sotto” e forniremo un parere circostanziato da far recepire in chiave Unesco».
LE INDAGINI
A spiegare le modalità con cui saranno “indagate” le pareti del Salone è la docente. «Grazie all’uso combinato di tecniche di rilievo 3D - osserva la professoressa Deiana - con luce strutturata, misure termografiche IR, imaging multispettrale, tecniche micro-Raman, FORS e XRF, analizzeremo gli affreschi del registro superiore all’interno del Palazzo della Ragione, alla ricerca di nuovi dati morfologici e chimico-fisici che mettano in relazione le persistenze pittoriche trecentesche e i rifacimenti successivi all’incendio del 1420, quindi al di sotto della superficie attualmente visibile». «Si tratta - ha proseguito l’esperta - dell’applicazione combinata di tecniche innovative già utilizzate in parte dal CIBA in diversi contesti, su siti e temi di interesse per Padova, a partire dalla Cappella degli Scrovegni, sino alle più recenti analisi su alcune delle terrecotte rinascimentali dipinte, che appartengono alla Diocesi, le quali erano state restaurate e messe in mostra lo scorso anno».
 

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