Esce dal carcere e riceve un altro avviso di garanzia per le sue spaccate

Sabato 13 Marzo 2021 di Luca Ingegneri
Il tunisino Torch, protagonista di numerose spaccate nel 2018
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PADOVA - Non ha nemmeno fatto in tempo a riassaporare il piacere della libertà che si è ritrovato nuovamente nei guai. Il pregiudicato indicato a più riprese come il re delle spaccate a negozi, bar e ristoranti del centro cittadino, consumate nel 2018, è ancora sotto inchiesta. Amor Ben Lazhar Torch, quarantunenne tunisino, irregolare nel nostro Paese, è accusato di un altro di quei colpi rimasti finora impuniti. Dovrà rispondere della spaccata messa a segno il 22 aprile di tre anni fa all’enoteca Tola Rasa di via Vicenza, di proprietà di Luca Tomasicchio. In quell’occasione la porta finestra del locale era stata sfondata con un tombino. Il ladruncolo era riuscito ad arraffare un I-Pad oltre ad un fondo cassa di duecento euro. Durante il raid si era però ferito. E gli investigatori avevano repertato le tracce ematiche. Il responso degli accertamenti di laboratorio compiuti dai carabinieri del Ris ha inguaiato Torch. Perché su quelle macchie di sangue è stato isolato il Dna del quarantunenne. Per la Procura non ci sono dubbi. Il tunisino ha lasciato la sua firma in occasione della spaccata all’enoteca di via Vicenza. Il sostituto procuratore Roberto Piccione gli ha fatto notificare un avviso di garanzia per furto aggravato. Il provvedimento è stato consegnato al quarantunenne un paio di giorni fa in occasione della sua scarcerazione. Torch ha infatti potuto lasciare la casa circondariale di Bolzano dopo aver scontato l’ultima condanna.
IL PRECEDENTE
Il 10 luglio 2019 il tunisino era stato condannato in primo grado a due anni e otto mesi di reclusione, oltre a 1200 euro di multa, senza la sospensione condizionale. In quell’occasione il giudice Sara Catani aveva accolto quasi interamente le richieste della pubblica accusa: il pm Piccione aveva infatti concluso la sua requisitoria sollecitando tre anni di carcere. Torch era stato riconosciuto colpevole della spaccata del 17 agosto 2018 ai danni del “B Gall” di Galleria Borromeo. Aveva sfondato la vetrata del locale per poi rubare 250 euro dal fondo cassa e sei bottiglie di champagne. A farlo finire nei guai, anche quella volta, erano state le macchie di sangue trovate accanto alla porta d’entrata. Le tracce ematiche erano state analizzate dai carabinieri del Ris di Parma, che erano riusciti ad isolare il Dna del nordafricano.
Torch era stato condannato anche per ricettazione, in concorso con la sorella Mounira, di 54 anni. Nel suo nascondiglio, l’alloggio Ater di Mortise assegnato alla donna, gli inquirenti avevano trovato e sequestrato la merce rubata al Public di via Altinate l’8 giugno 2018: orologi e abbigliamento per un totale di 14 mila euro. E la refurtiva, tra cui svariate sigarette elettroniche, prelevata dalla tabaccheria Padova Vape club di via Pacinotti, visitata dai ladri l’8 maggio dello stesso anno.
Il tunisino era stato indagato pure per i furti ai danni del bar-panetteria Carlotta di via Zabarella e del negozio E-Fashion di via Giuliani e Dalmati, avvenuti ad ottobre 2018 ma gli inquirenti non erano riusciti a dimostrare la sua presenza all’interno dei due esercizi commerciali.

 

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