Fabio Codato ha lottato fino all'ultimo, con una forza d'animo indomabile, ma non ce l’ha fatta. Non è riuscito a vincere il male che se lo è portato via a 45 anni. La famiglia e la comunità di Dosson di Casier piangono la morte di Fabio, spirato mercoledì pomeriggio all'Hospice Casa dei Gelsi di Treviso. Codato aveva lavorato per anni come impiegato tecnico nell'officina metalmeccanica Visentin, che ha sede nella zona industriale Borgo Rosso di Preganziol.
Una vita dedicata al lavoro e alla famiglia. Era molto legato alla moglie Serena e alle adorate figlie di 12 e 14 anni. È una storia straziante quella di Fabio. Nell'agosto 2014 le prime avvisaglie della terribile malattia, che aveva avuto quali sintomi premonitori dei forti mal di testa. Quando gli è stato diagnosticato un tumore cerebrale, il 45enne ha reagito con coraggio convinto di riuscire a batterlo.
Aveva reagito bene al primo intervento chirurgico effettuato al Ca’ Foncello e poi alla chemioterapia. Era stato ricoverato anche al Cro (Centro di riferimento oncologico) di Aviano per nuove cure. «Mio marito - racconta la moglie Serena con la voce rotta dal dolore - ha sempre combattuto contro la malattia con una volontà e un coraggio che hanno sorpreso tutti. Era lui che ci rincuorava nei momenti più bui e difficili. Non si è mai lamentato nonostante la gravità della malattia. Poi sono arrivate delle complicazioni cliniche che hanno minato la sua resistenza fisica».
Da una settimana Fabio era ospite dell'Hospice Casa dei Gelsi, dove lo hanno sempre assistito i suoi cari. Era un grande appassionato delle corse a piedi. Si dedicava a questo sport nel tempo libero quando non aveva impegni di lavoro o in famiglia. A piangerlo sono anche i compagni di lavoro e i tanti amici di Dosson. Era stimato e benvoluto perché era un uomo semplice, premuroso e disponibile. Come ultimo atto d'amore ha voluto donare le cornee.
Ultimo aggiornamento: 17:15
© RIPRODUZIONE RISERVATA Una vita dedicata al lavoro e alla famiglia. Era molto legato alla moglie Serena e alle adorate figlie di 12 e 14 anni. È una storia straziante quella di Fabio. Nell'agosto 2014 le prime avvisaglie della terribile malattia, che aveva avuto quali sintomi premonitori dei forti mal di testa. Quando gli è stato diagnosticato un tumore cerebrale, il 45enne ha reagito con coraggio convinto di riuscire a batterlo.
Aveva reagito bene al primo intervento chirurgico effettuato al Ca’ Foncello e poi alla chemioterapia. Era stato ricoverato anche al Cro (Centro di riferimento oncologico) di Aviano per nuove cure. «Mio marito - racconta la moglie Serena con la voce rotta dal dolore - ha sempre combattuto contro la malattia con una volontà e un coraggio che hanno sorpreso tutti. Era lui che ci rincuorava nei momenti più bui e difficili. Non si è mai lamentato nonostante la gravità della malattia. Poi sono arrivate delle complicazioni cliniche che hanno minato la sua resistenza fisica».
Da una settimana Fabio era ospite dell'Hospice Casa dei Gelsi, dove lo hanno sempre assistito i suoi cari. Era un grande appassionato delle corse a piedi. Si dedicava a questo sport nel tempo libero quando non aveva impegni di lavoro o in famiglia. A piangerlo sono anche i compagni di lavoro e i tanti amici di Dosson. Era stimato e benvoluto perché era un uomo semplice, premuroso e disponibile. Come ultimo atto d'amore ha voluto donare le cornee.
