Ex ferrovieri e i treni di un tempo: funziona tutto, dalla rimessa locomotive di Primolano alla cabina A di Padova

Sabato 10 Dicembre 2022 di Giovanni Brunoro
Sergio Bonantini nella cabina museo a Padova

PADOVA - Respirare l'atmosfera dei treni di un tempo? Con Società veneta ferrovie (Svf) si può. L'associazione, che raggruppa tanti appassionati ed ex dipendenti Fs, ha ricevuto in comodato dal gestore delle infrastrutture Rfi due siti storici: la rimessa locomotive a Primolano e la cabina A della stazione di Padova.
Proprio quest'ultima è stata protagonista di un video pubblicato il 27 novembre nel canale YouTube di Svf: intitolato Il capostazione e girato dal regista padovano Matteo Contarin, ha suscitato grandi emozioni nei tanti amanti delle rotaie. La data di caricamento non è casuale, visto che il 27 novembre 2005 la cabina veniva scollegata per l'inevitabile informatizzazione dei comandi. A fare da testimonial c'è il monselicense Sergio Bonantini, che ha prestato servizio in ferrovia dal 1974 al 2014.

IL PROTAGONISTA
«Ho quasi sempre lavorato a Padova - spiega Sergio -. Amo i ritmi serrati, tanti treni e tanti viaggiatori». Con i suoi 71 anni ben portati, Bonantini si è messo in gioco davanti alla macchina da presa e ha rivissuto le emozioni che lo hanno accompagnato per decenni. Il video racconta la storia di un uomo che, guardando passare i treni di oggi, viaggia nel tempo con la memoria e va alla scoperta della cabina A, oggi non più utilizzata. Ma i macchinari, anche se coperti dai teli, funzionano ancora.
Le leve si azionano, le luci si accendono e lo sguardo di Sergio si illumina come quello di un bambino. Indossa la divisa Fs degli anni '80 e dà uno sguardo al suo orologio da taschino, un Perseo meccanico in dotazione ai ferrovieri di allora.

Giusto il tempo di giocare un po' e arriva il momento di lasciare la postazione, con la consapevolezza che quel sogno non finisce lì. E infatti la cabina A, divenuta un mito per gli appassionati, è visitabile dalla primavera all'autunno con le guide di Svf, tutti volontari mossi da inesauribile passione.

FATTO A MANO
Vi si comandava il traffico ferroviario delle direttrici Bologna, Milano e Bassano ed era il regno dei deviatori, figure professionali ormai desuete. Grazie alle sapienti sinergie tra i capistazione e gli addetti in cabina, i semafori intimavano l'alt ai convogli e gli scambi instradavano ai binari. Tutto fatto a mano e con fatica. Ora quella mobilità vintage non esiste più, se non nelle linee residuali. I capistazione si chiamano regolatori della circolazione e non sono neanche più presenti in ogni fermata. Una sola persona è in grado di gestire il traffico di un lungo tratto di linea.

IL RESTAURO
Alla cabina-museo, però, si può apprezzare come lavoravano i ferrovieri fino a poco tempo fa. Ci sono voluti due anni di intensi lavori e di studi per riportare agli antichi fasti la struttura, inaugurata nel 1957 e adattata negli anni alle esigenze della circolazione in rapido aumento. Un lavoro certosino, che ha donato tanto entusiasmo agli appassionati di Svf: «Tra tutti, vorrei ricordare Nicolò Geretto e Corrado Pastò - spiega Bonantini - Grazie a loro, abbiamo rimesso in sesto la cabina e ora funziona come quando era operativa. L'unica differenza è che non è collegata agli scambi veri».
Già dal nome, Società veneta ferrovie è ancorata alla storia padovana. Rimanda alla Società veneta per l'esercizio di ferrovie secondarie, con sede in piazza Eremitani, che al momento della creazione delle Fs era la quarta compagnia italiana dopo le tre reti Adriatica, Mediterranea e Sicula. Padova conserva ancora segni delle sue linee e tramvie, visibili in via Morgagni e via Facciolati. Anche piazzale delle ex Guidovie deve il suo nome agli antichi fasti del trasporto urbano su rotaia.

Sergio Bonantini nella cabina museo di Padova. Indossa la "divisa" degli anni '80 e nel taschino ha l'orologio d'ordinanza Perseo

Ultimo aggiornamento: 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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