"Ho cambiato tante case": i Tiromancino a Padova. Zampaglione, «il mio diario emotivo in musica»

Mercoledì 16 Marzo 2022 di Chiara Pavan
Federico Zampaglione frontman dei Tiromancino atteso a Padova il 19 marzo (foto Canitano)

Amerà anche “cambiare tante case”, come sottolinea il suo nuovo album, ma Federico Zampaglione alla fine ama tornare sempre lì, alla musica, «che è davvero tutto per me», tanto più se declinata attraverso generi e stili diversi. «Nella vita si cambia, ci si trasforma, si superano i propri limiti» e l’anima dei Tiromancino adora «il movimento, fa parte del mio dna». Ecco allora che dentro “Ho cambiato tante case”, che dà anche titolo al tour che tocca il Geox di Padova sabato 19 marzo (ore 21.30), ci sono dentro «il brivido del cambiamento e della sperimentazione, motori importanti per me» ammette il cantautore romano che proporrà i successi che hanno segnato la carriera trentennale, ma anche le nuove canzoni, un viaggio dentro vite, relazioni amorose, amicizie in un percorso che spazia dal blues al country passando per folk, pop ed elettronica. Un album ricco di suggestioni, sostenuto da un duetto con Carmen Consoli (“L’ordore del mare”) e dalla collaborazione col tastierista dei Dire Straits Alan Clark (“Questa terra bellissima”), senza scordare la presenza di Gazzelle, Galeffi, Leo Pari e di Franco126 nella bellissima “Er musicista”.
Mai come adesso è importante cantare “Salviamo questa terra bellissima”.
«Mai come ora, è vero. È un momento spaventoso per tutto il pianeta.

Cosa lasciamo ai nostri figli? Se lo maltratti, l’ambiente te la fa pagare. Quindi, finché ci vogliamo tenere questa terra, che è bellissima, cerchiamo di starci attenti, anche con piccoli gesti quotidiani».


Felice del ritorno al live?
«Finalmente torno a respirare. Per tanto tempo mi pareva di vivere in assenza di qualcosa. Sentivo un buco nell’anima. Ma quando mi sono trovato in sala prove con la band ho capito: mi mancava suonare insieme agli altri. Anche se durante il lockdown avevo reagito girando un film (“Morrison”), avvertivo questa mancanza».
La musica. Sarà anche bello “cambiare casa”, ma lei alla fine vuole tornare sempre lì.
«Già, la casa è quella, e ormai è anche diventata un camper! (risata). La musica è tutto per me è vero. Sono talmente “addicted” che se mi togli le cuffiette non dormo più. Vado a letto ascoltando musica».
Cosa?
«Di tutto, cose che mi rilassano, ad esempio blues, folk, country. In questi due anni ho suonato tantissimo a casa, sempre in costante fase di ricerca: ho studiato, ristudiato, risuonato, ho approfondito, e questo me la porto dietro».
In effetti il disco è un viaggio tra stili e sound diversi.
«E durante il concerto lo si sente con forza. Nel disco ho mescolato amici e stili, anzi molti stili. “Questa terra bellissima” appartiene alla musica country e anche al mondo dei Dire Straits, e per questo ho chiamato Alan Clark. E poi l’esperimento “Er musicista” con Franco126, “L’Odore del mare” con Carmen Consoli».
Ha coinvolto anche nuove leve, Leo Pari, Gazzelle, Galeffi.
«Siamo parenti di musica. E anche amici. C’è affinità nella visione della vita e soprattutto della musica vista come un diario emotivo. Ti metti in gioco e dici quello che sei e quello che provi».
Siete a Padova giusto il 19, per la festa del papà che lei celebra nella sua canzone.
«”Eccoci papà” è il secondo brano in scaletta. È una dedica a mio padre, ma anche io sono papà e sono felice di farmi accompagnare da mia figlia, la mia piccolina, che è brava e spigliata e ha una bella voce. Mi sento fortunato, spero che quando crescerà ricorderà questi momenti insieme».
Nel video di “Domenica” ha coinvolto anche Verdone.
«Lo amo, guai a chi me lo tocca, è un caro amico ma è anche una persona che per me ha significato tanto. Sono cresciuto coi suoi film, e poi, stando insieme a Claudia Gerini, è diventato parte della famiglia. Nel video è divertente vederlo suonare la chitarra. Ma in quel video poi ci sono anche mia moglie Giglia, e poi mio padre, i ragazzi, e tutti vanno d’accordo, c’è molta armonia. Che è anche quello che accade in realtà».
Lei ama anche la “casa” del cinema. Cosa accade quando decide di girare un film?
«Quando scatta quella molla, sai per due anni sei totalmente fagocitato da quei personaggi, da quella storia. Ne sei ossessionato. È come una storia d’amore: siccome è impegnativa, deve valerne la pena. Devi dedicarci anima e corpo».
Ma ci sta pensando?
«Certo. E infatti adesso sto lavorando a un soggetto, bisogna vedere però che accade. È molto pauroso, pieno di atmosfere dark: vorrei tornare all’horror».
 

Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci