La statua del Gattamelata attaccata dai piccioni trasloca al museo

Martedì 4 Gennaio 2022 di Nicoletta Cozza
La statua del Gattamelata

PADOVA - L'inquinamento l'ha rovinato. E il guano lasciato da colombi e gabbiani ha peggiorato la situazione.

A essere danneggiato è un capolavoro di straordinaria bellezza, cioè la statua equestre del Gattamelata di Donatello, che si trova sul piazzale antistante la Basilica di Sant'Antonio a Padova. Per tutelarla, quindi, la Delegazione pontificia ha deciso di collocare al suo posto una copia esatta del gigantesco cavallo e di spostare l'originale all'interno del Museo del complesso antoniano, dove sarà oggetto di un intervento di sistemazione e dove poi rimarrà definitivamente. Il costo del maquillage ammonta a circa 2 milioni di euro. L'operazione fa seguito a un'attenta valutazione scientifica, che rientra nella vasta attività di tutela e di valorizzazione di tutti i gioielli custoditi nel sito dedicato al Taumaturgo, frequentato da milioni di pellegrini.


I PARTICOLARI

A lanciare l'appello, per evidenziare le criticità che presenta il monumento realizzato dallo scultore fiorentino, era stata nei giorni scorsi Italia Nostra. E immediatamente la Delegazione pontificia ha replicato argomentando di condividere le preoccupazioni. «Il capolavoro di Donatello - ha scritto in una nota - è esposto a pericoli certi di conservazione nel corso degli anni, a partire dai processi di degradazione causati dall'inquinamento atmosferico fino ad arrivare a quanto segnalato, ossia i danni dovuti al guano, che vanno ben al di là di una notazione estetica. Pertanto la Delegazione pontificia, che ha tra i compiti principali la tutela dell'incommensurabile patrimonio artistico culturale del complesso Antoniano, ha da tempo individuato come soluzione lo spostamento del monumento equestre di Donatello, sostituendolo con una copia perfetta sull'esempio del Marco Aurelio del Campidoglio a Roma, o dei Cavalli della Basilica di San Marco a Venezia. La musealizzazione, che rimarrà naturalmente nell'ambito dello stesso complesso Antoniano, avrà il duplice vantaggio di salvare definitivamente l'opera, altrimenti destinata a un inevitabile ammaloramento, e a renderla ancora più apprezzabile da cittadini e visitatori grazie a percorsi di valorizzazione appositamente realizzati».
L'operazione arriva a conclusione di una serie di approfondimenti che hanno portato all'elaborazione di un piano di grande impegno scientifico, destinato a tutelare uno dei principali contesti religiosi, artistici e culturali d'Europa. «Un progetto - spiegano ancora gli esponenti della Delegazione pontificia - che necessita dell'impegno delle istituzioni e di una visione condivisa e partecipata da parte delle forze pubbliche e private per poter approdare a una realizzazione in tempi ragionevoli. Un esempio di tutela è il cantiere di restauro degli affreschi di Giotto dell'Arco di Santa Caterina nella Basilica del Santo, in via di completamento, che s'iscrive nell'ambito della grande valorizzazione della città dopo il riconoscimento a Patrimonio Unesco grazie all'itinerario dell'Urbs Picta».


IL COMUNE

Il problema un paio di anni fa era stato sollevato da Andrea Colasio, assessore alla Cultura, assieme al delegato pontificio Fabio Dal Cin, vescovo di Padova e di Loreto. «Insieme - ricorda l'esponente della giunta Giordani - eravamo andati alla Fondazione Cariparo e avevamo presentato al presidente Gilberto Muraro il progetto per realizzare una copia dell'opera di Donatello che sarebbe dovuta rimanere all'aperto, in maniera da poter posizionare l'originale all'interno del Museo Civico del Santo in una grande sala. Abbiamo collaborato e alla fine l'ipotesi presa in considera allora adesso mi auguro che possa essere concretizzata. La Basilica è una delle tappe magiche e fondamentali dell'Urbs Picta e io ringrazio sempre la Fondazione che ha reperito le risorse per il restauro degli affreschi della Cappella di Santa Caterina».
Colasio si riferisce agli otto mezzi busti dipinti nell'arco della Cappella, i quali, nonostante portino la firma del Maestro del Trecento autore del magistrale ciclo degli Scrovegni, da più di mezzo secolo evidenziavano i segni del tempo e necessitavano di un intervento di recupero che è cominciato di recente. Il restauro, voluto dalla Delegazione Pontificia, d'intesa con Comune, Università e Fondazione Cariparo, durerà sei mesi e verrà monitorato dalla Soprintendenza. Il costo del primo stralcio è di 160mila euro.

Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 10:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci