Troppe spese in parrocchia, il sacrestano Paolo licenziato: resta senza lavoro dopo 22 anni. E spunta una lettera anonima

Venerdì 11 Marzo 2022 di Giovanni Brunoro
Troppe spese in parrocchia, il sacrestano Paolo licenziato: resta senza lavoro dopo 22 anni. E spunta una lettera anonima
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OSPEDALETTO EUGANEO - Licenziato dopo ventidue anni il sacrestano di Ospedaletto: i fedeli mormorano e spunta una lettera anonima. Paolo Bellotti, 38 anni, si è trovato senza lavoro dall'oggi al domani; martedì il parroco don Luca Fanton gli ha comunicato l'interruzione del rapporto che lo legava alla parrocchia di Ospedaletto e giovedì le pratiche erano già pronte per la firma.


«So che c'è una situazione debitoria pesante, ma non mi sarei mai aspettato modi così bruschi - racconta Paolo con la voce rotta - Ora rimarrò lì fino al 15 e poi chiuderò per sempre questo capitolo. Desidero soltanto un po' di pace». In paese si dice che la motivazione alla base della scelta sarebbe una rilevante mole di debiti ancora da pagare per la ristrutturazione della canonica, ma il sindaco Giacomo Scapin allarga la visuale: «Hanno influito tutti i costi di gestione della parrocchia. È un segno dei tempi e della crisi che interessa anche l'istituzione chiesa».
Fatto sta che don Luca ha lasciato di stucco la comunità intera, tanto che qualcuno ha divulgato una lettera anonima poi diffusa dal sindaco, in difesa dell'affezionato sacrestano.

La chiesa è sempre stata la seconda casa di Paolo, che in gioventù accarezzava la vocazione sacerdotale ed era entrato in seminario; per sua stessa ammissione, però, gli studi non erano il suo forte e aveva trovato nel servire messa un modo per sentirsi vicino alla sua inclinazione naturale.


Un lavoro iniziato nei primi anni 2000, quando a Ospedaletto c'era un anziano prete bisognoso di essere accudito: a soli 16 anni, Paolo si era trasferito a vivere in canonica, guadagnandosi l'affetto dei fedeli. Nel 2004, l'arrivo di don Federico Camporese aveva rappresentato per Bellotti la firma di un contratto vero e proprio: 15 ore settimanali, un atto voluto dal nuovo parroco per dare tutele e dignità all'impegno e alla persona. Una situazione rimasta immutata anche sotto l'amministrazione di don Fanton, fino all'imprevedibile epilogo di queste settimane. Prosegue Paolo: «Dopo tutto questo tempo, mi sarei aspettato un po' di tatto. Certo, il sacerdote è dispiaciuto, però non mi ha dato neanche un po' di preavviso e non mi ha offerto aiuto per trovare una soluzione. Mi ha però chiesto di andare lì a lavorare gratis, ma ho rifiutato per ovvi motivi».


D'ora in avanti, faranno le pulizie in chiesa e serviranno la messa solo volontari, a patto che il don' riesca a trovare mani volenterose. La situazione lavorativa di Paolo appare un po' fragile: da settembre, ha preso servizio come collaboratore alla scuola materna di Ospedaletto, ma cinque ore alla settimana non possono certo permettergli di vivere. Nonostante tutto, è così felice di ciò che ha da ritenersi fortunato: «Il vero dolore è quello dei poveri ucraini sotto le bombe. Ringrazio Dio di avere la mamma, con cui abito, e un po' di lavoro». Da parte sua, il sindaco promette che si darà da fare per aumentare il monte ore di Paolo e inserirlo in un progetto obiettivo' comunale.

Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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