Rugby, la finalissima è un affare veneto: di nuovo Petrarca-Rovigo, tra voglie di rivincita e ricorsi storici

Venerdì 27 Maggio 2022 di Alberto Zuccato e Silvia Malanchin
Un anno fa vinse Rovigo. Ora si rigioca

PADOVA/ROVIGO - Anche undici anni fa, il 28 maggio, cadeva, come stavolta, di sabato.

Anche undici anni fa, il 28 maggio, la finale per lo scudetto era tra Rovigo e Petrarca. Si giocava al Battaglini. Ad allenare i bianconeri era Pasquale Presutti, che il giorno precedente, durante la conferenza stampa ufficiale, aveva scherzosamente rassicurato il Prefetto di Rovigo, preoccupato per i festeggiamenti e il traffico nel centro della città, dando per scontata la vittoria dei Bersaglieri. «Stia tranquillo, signor Prefetto, ci penseremo noi ad evitare che per le strade di Rovigo si formino assembramenti di tifosi».

Qui padova 

Dopo poco più di mezz'ora la previsione di Presutti pareva impossibile da realizzarsi, i Bersaglieri conducevano per 14-3, erano padroni non solo di casa ma anche del gioco. Lo sport è bello in quanto imprevedibile. Tant'è che al 4' del secondo tempo il tallonatore dei bianconeri Augustin Costa Repetto segnava due mete, Ludovic Mercier falliva una trasformazione ma poi metteva tra i pali un calcio di punizione per il 18-14 a favore dell Petrarca. Il risultato non sarebbe cambiato più e a festeggiare lo scudetto furono i bianconeri e i sostenitori padovani.

AMARCORD
Corsi e ricorsi storici, senza per questo scomodare Giambattista Vico? Lo sapremo dopo la finale. Da quando nel 1988 la Fir aveva deciso di abbandonare la classica forma del campionato all'italiana per quella più moderna e intrigante dei play off, il Petrarca era arrivato due volte in finale. Ma non era finita bene. Poi il 19 maggio 2018 il Petrarca allenato dall'esordiente Andrea Marcato batte per 19-11 il Calvisano al Plebiscito e si laurea per la tredicesima volta campione d'Italia. Reduci di quella squadra che potrebbero essere tra i protagonisti anche domani a Parma sono Capraro, Trotta, Nostran, Michieletto e Borean.
L'ultima finale dei bianconeri è storia dell'altro ieri, o quasi da quanto ancora brucia. Anche se in realtà è trascorso ormai quasi un anno dal 2 giugno 2021, quando al Plebiscito fu il Rovigo ad imporsi all'ultimo minuto per 23-20 grazie a una contestatissima meta di Greeff trasformata da Menniti-Ippolito. Uno scudetto che permette tra l'altro al Rovigo di agguantare a quota 13 titoli tricolori il Petrarca nell'albo d'oro.

VOGLIA DI RIVINCITA
Per quanto tutti dicano che non serve a nulla guardare al passato, la sfida di domani odora anche di rivincita per la squadra bianconera e per Andrea Marcato. Di sicuro sugli spalti la prevalenza sarà nettamente dei tifosi dei Bersaglieri, ma la differenza la possono fare sul campo soltanto i giocatori. Tra i bianconeri gli assenti saranno sicuramente Coppo, Canali, De Santis ed Esposito, mentre tra i rodigini non saranno della contesa Maran e Andreoli, con dubbi che verranno sciolti solo all'ultimo per Greeff, Cioffani e Lertola. Tre per parte gli ex: tra le fila del Petrarca sono il citato Canali, Pavesi e Citton; tra i rossoblù Swanepoel, Sarto e Chillon.

Qui Rovigo

Il grande giorno quasi praticamente arrivato per la finale Femi-Cz Rovigo- Petrarca Padova allo stadio Lanfranchi di Parma, ore 17,30, diretta RaiSport. Sarà la prima sfida scudetto per coach Allister Coetzee.
«Iniziare il percorso con Rovigo per me è stato entusiasmante e nuovo - spiega Coetzee -. Non è mai facile gestire una squadra che ha vinto il campionato nella stagione precedente. Nel primo anno non è semplice raggiungere subito i playoff e la finale, perché c'è uno staff nuovo, nuovi giocatori e io dovevo capire come ambientarmi in Italia, come lavorano i giocatori, ma non ero solo perché anche per tanti ragazzi era il primo anno a Rovigo. Sono soddisfatto non solo di aver raggiunto la finale, ma anche di avere creato un bel gruppo».

PAROLA D'ORDINE GRUPPO UNITO
Gli avversari sono tosti e Rovigo li conosce molto bene. «Petrarca è stata una squadra che ha fatto bene per tutta la stagione continua Coetzee - Sappiamo come lavorano e la nostra sfida sarà quella di fermarli e impedirgli di fare il loro gioco. Dovremmo essere bravi non solo come individualità, ma anche come gruppo, prendendo le decisioni corrette per evitare il più possibile di commettere falli. Petrarca ha anche una buona mischia, per non parlare del maul. Dobbiamo giocare come un gruppo unito, con un unico obiettivo. L'esecuzione dei fondamentali del gioco è molto importante. Petrarca sa punire ogni errore che gli avversari commettono in campo quindi noi dobbiamo essere performanti nel gioco aereo, in mischia, nei placcaggi. Dobbiamo approfittare di ogni opportunità che ci viene data. È un onore per noi avere la possibilità di giocare la finale, vorremo far sì che questa partita possa essere memorabile. Quello che possiamo fare è goderci il momento».

LA CHIAMATA DI NICOTERA
Il popolo rossoblù sta già pensando alla formazione tipo e sperava di vedere in campo anche Giacomo Nicotera. La società l'aveva chiamato, ma lui ha scelto di lasciare l'opportunità a Momberg di disputare questa finale e di recuperare, dopo 8 gare consecutive con alto minutaggio, in vista degli impegni azzurri. «Sicuramente in formazione prosegue Coetzee ci saranno Momberg e Cadorini come tallonatori, Leccioli tornerà nel ruolo di pilone. Sarà disponibile anche Leonardo Sarto. Parlando di tifosi dico che il supporto che ho visto a Rovigo è impressionante. I giocatori si nutriranno di tutto il calore che mostreranno i tifosi a Parma. Voglio ringraziare tutti i nostri supporter e voglio dire loro che faremo di tutto per renderli orgogliosi di noi».

Ultimo aggiornamento: 16:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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