Roberto Marcato e lo strappo dalla Lega, tentazioni venetiste. Gelo di Stefani, silenzio di Zaia

Martedì 27 Giugno 2023 di Alda Vanzan
Roberto Marcato con Alberto Villanova

Roberto Marcato lascia la Lega-Liga Veneta? «Tutto può essere», ha detto l'assessore regionale allo Sviluppo economico e, soprattutto, mancato candidato alla segretaria regionale del partito, "cecchinato" dalla frangia trevigiana dei suoi stessi sostenitori che gli hanno preferito Franco Manzato, risultato poi sonoramente sconfitto.

Al congresso due leghisti su tre hanno votato il salviniano Alberto Stefani e tra loro, seppur in minima parte (c'è chi dice una sessantina, chi poche unità), c'erano anche dei marcatiani che, «per reazione al tradimento», hanno voltato le spalle all'ex sottosegretario. Ma davvero Marcato abbandonerà il Carroccio? Nella ridda di voci delle ultime ore si affaccia anche l'ipotesi venetista e indipendentista: Marcato il Bulldog potrebbe essere il collante tra le varie anime che finora in comune hanno avuto solo il Leone di San Marco e che alle elezioni hanno sempre ottenuto sonore batoste?


REAZIONI
Gelo dal neosegretario della Lega-Liga Veneta. Interpellato sul caso Marcato, Alberto Stefani ha così risposto: «Sono al lavoro per le comunali 2024». Nessun commento neanche da parte del presidente della Regione, Luca Zaia che, in caso di un'uscita di Marcato dal partito, dovrebbe affrontare la questione della sua presenza in giunta come assessore. Senza contare che a Palazzo Balbi le fibrillazioni non mancano: oltre a Marcato anche l'assessore all'Ambiente e alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin, sarebbe in "ebollizione".
A parlare è il presidente dell'intergruppo Lega-Liga in consiglio regionale del Veneto, Alberto Villanova: «Io credo che la Liga non possa permettersi di perdere Roberto Marcato, sarebbe una perdita troppo grande. Farò il possibile, per quanto mi compete, perché Marcato rimanga nel partito e continui a dare il suo contributo». Un contributo anche in termini di voti se si considera che Roberto "Bulldog" alle elezioni del 2020, candidato in lista Lega, è stato il più votato di tutti i partiti in tutto Veneto.


L'EX COLLEGA
A consigliare Marcato di non mollare è Mariangelo Foggiato, consigliere regionale della Lega nel 1995 - da cui se ne è andato nel 1998 - poi con Progetto Nordest nel 2005 e con l'Unione Nordest nel 2010. «Capisco lo sfogo di Roberto - dice Foggiato - ma sono cose che si sapevano da tempo. Io ho lasciato la Lega nel 1998 e mi sono rifatto alle parole di Winston Churchill: "C'è chi cambia partito per non cambiare idea e c'è chi cambia idea per non cambiare partito"». Foggiato non considera verosimile l'ipotesi secondo cui Marcato si metterebbe a capo dei vari movimenti venetisti e indipendentisti. O meglio: potrebbe anche provarci, ma con dubbi risultati. «Tentativi ne sono stati fatti parecchi negli anni e sono tutti naufragati. Troppe primedonne, troppi protagonisti in quel mondo lì». Ossia: arduo, se non impossibile, fare sintesi. E allora? «Allora - dice Foggiato - siccome tra un po' del congresso nessuno ricorderà più nulla e sarà tutto metabolizzato, Marcato farebbe bene a portare le sue istanze restando all'interno del partito». Resta la considerazione: «A me dispiace dopo 30 anni di lavoro vedere che la "rivoluzione" che dovevamo fare non solo non è stata fatta, ma non l'abbiamo neanche intravvista. Abbiamo fatto tanta buona amministrazione con Luca Zaia in Regione e nei Comuni con tanti sindaci, però non abbiamo mantenuto la promessa dell'origine».

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