Padova. Prosciugava il conto della zia, condannato il nipote amministratore di sostegno

In quattro anni si è intascato 74.183 euro, smettendo di pagare la retta della casa di risposo dove era ricoverata l'anziana

Giovedì 15 Giugno 2023 di Marco Aldighieri
Prosciugava il conto della zia (foto d'archivio)

PADOVA - L'accusa era di avere prelevato per anni la pensione dell'anziana zia e di non aver utilizzato il denaro per il pagamento delle rette della casa di riposo. Nicola Giacobbe, 60 anni, di Vigonza, davanti ai giudici del Tribunale collegiale è stato condannato a 4 anni e due mesi per il reato di peculato. Il pubblico ministero Maria D'Arpa, titolare delle indagini, aveva chiesto una pena di tre anni. Per quattro anni, dal 10 giugno 2015 all'11 maggio 2019, ha ricoperto le funzioni di amministratore di sostegno della zia ricoverata all'Opera Immacolata Concezione alla Mandria e deceduta nel luglio del 2019. In qualità di pubblico ufficiale, con nomina effettuata dal giudice tutelare di Padova, si è intascato i trattamenti pensionistici della parente per complessivi 74.183,43 euro smettendo però, ad un certo punto, di versare la retta all'Oic che ha lamentato crediti per complessivi 34 mila euro.

La vicenda

Il caso è scoppiato quattro anni fa quando una nipote dell'anziana, che risiede a Firenze, casualmente ha scoperto che la zia non versava la retta all'Oic. L'Opera Immacolata Concezione ha confermato che le rette non venivano più onorate da circa un anno e mezzo. A quel punto la nipote ha provato a contattare l'amministratore di sostegno. Non è però riuscita a trovarlo. Così ha depositato in tribunale una richiesta urgente di sostituzione dell'amministratore di sostegno. Il giudice tutelare ha affidato la delicata incombenza ad un professionista, il dottor Gianluca Rigon. Quest'ultimo ha assunto l'incarico nel mese di giugno del 2019 e a sua volta ha cercato di mettersi in contatto con l'amministratore di sostegno senza riuscirci. Non solo, perchè ha appurato come il conto corrente della pensionata fosse stato prosciugato: erano rimasti solo 100 euro. Rigon a questo punto non ha potuto fare altro che presentare una dettagliata denuncia alla Procura dopo aver completato i conteggi degli ammanchi assieme al legale dell'anziana, il penalista Pietro Sartori. La difesa del 60enne, durante il dibattimento, come testimone ha presentato una dottoressa del Serd esperta in ludopatia. L'imputato avrebbe avuto diversi problemi con il gioco d'azzardo e per questo il suo legale aveva chiesto l'assoluzione per vizio totale di mente. In subordine il riconoscimento del vizio parziale di mente e il riconoscimento delle attenuanti generiche per arrivare al minimo della pena. Ma i giudici del Tribunale collegiale hanno sposato in pieno la linea dell'accusa. A Giacobbe non resta che presentare ricorso in Appello.

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