Vigilessa nei guai per le marche da bollo: accusata di averle rimosse da pratiche già archiviate e rivendute a privati

Martedì 25 Aprile 2023
Vigilessa nei guai per le marche da bollo

ADRIA (ROVIGO) - Il valzer delle marche da bollo all'interno del Comando della Polizia Locale di Adria riserva un nuovo capitolo.

Palazzo Tassoni ha promosso una procedura esecutiva per ottenere il proprio credito, costituito dal risarcimento del danno e dalle spese sostenute per l'assistenza e la difesa nei due gradi di giudizio, nei confronti della sua ex dipendente, la 64enne ex vigilessa C. M. Somme dovute al Comune di Adria in forza della sentenza del 2019 del Tribunale Penale di Rovigo e della sentenza del novembre dello scorso anno della Corte di appello di Venezia, diventata irrevocabile il primo marzo 2023. Nel 2019 il Tribunale dichiarava C. M. responsabile del reato contestato condannandola per peculato a 2 anni e 9 mesi, con all'interdizione per un anno dai pubblici uffici. Una parte delle accuse che le erano state mosse, però erano cadute. Era stata assolta per non aver commesso il fatto per ben 9 delle 11 ipotesi che le erano contestate. Ma ne erano bastate due perché arrivasse nei suoi confronti una condanna più pesante rispetto a quella, di 2 anni e 8 mesi, che era stata chiesta dall'accusa.


LA VICENDA PROCESSUALE
Nella circostanza era stata condannata a risarcire palazzo Tassoni nella misura di 5mila euro e alla rifusione delle spese legali per complessivi 3.420 euro oltre accessori come per legge. L'ex dipendente aveva impugnato la sentenza e, dopo aver aderito alla formula del concordato in appello, una sorta di patteggiamento, aveva vista ridotta la sua condanna a un anno e 11 mesi di reclusione e alla rifusione delle spese di assistenza e difesa sostenute dal Comune di Adria nella misura di 1.200 euro. Le richieste inviate dal legale della amministrazione comunale per verificare la disponibilità a dare spontanea esecuzione alle sentenze fino ad oggi non avrebbero avuto riscontro da parte dell'ex vigilessa che all'epoca dei fatti contestati era i responsabile dell'ufficio segreteria servizi, al quale fanno capo il rilascio di varie concessioni e permessi. In pratica o era stata condannata per due marche da bollo da 16 euro.


IL CONTENZIOSO
Come aveva spiegato il comandante della Polizia Locale adriese Pierantonio Moretto, sentito come testimone nel corso del processo di primo grado, quello che lui ha definito il "valzer delle marche" era iniziato a fine ottobre 2016: «C'era da istruire una pratica - aveva testimoniato - e non si trovavano le marche. Sono state poi trovate, a dicembre, in un armadietto dentro un faldone afferente un'altra pratica. Per questo è partita la verifica: ho nominato un ufficiale di polizia giudiziaria e due colleghi alla verifica di tutte le pratiche passate, fino al 2010. Sono state trovate 69 anomalie e sono state sentite le persone che avevano presentato le domande. Alla fine, 29 marche erano completamente assenti, le altre erano presenti in fotocopia ma non sull'originale, oppure erano transitata su altre pratiche. Senza marche le domande non possono essere consegnate eppure c'erano pratiche concluse che non le avevano».


LA CONTESTAZIONE
Nel capo d'imputazione alla vigilessa si contestava di aver rivenduto ad alcuni cittadini 11 marche da bollo da 16 euro prelevandole dai fascicoli di altre pratiche già archiviate. Il tutto, in un arco di tempo individuato fra settembre 2011 e agosto 2016, per un importo totale di 176 euro. Marche che non erano incollate, bensì spillate o unite alla pratica con delle graffette e poi inviate all'ufficio protocollo.


R. R.

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