Padova. Punta il coltello contro la compagna incinta: «Te lo tolgo io quel figlio». Condannato 34enne

La ragazza per 16 mesi ha subito insulti, percosse, minacce di ogni genere. Alla fine ha trovato la forza di rivolgersi al centro antiviolenza

Venerdì 17 Novembre 2023 di Marco Aldighieri
Picchiata e minacciata

PADOVA - Nessuno sconto di pena per il cameriere di 34 anni, nato in Campania ma di origini nordafricane, accusato di avere maltrattato, minacciato di morte e stuprato la sua compagna padovana di 32 anni all’epoca dei fatti incinta. I giudici della Corte d’Appello di Venezia hanno confermato la condanna di primo grado a 8 anni e 4 mesi di reclusione.

Inoltre dovrà versare alla vittima, difesa dall’avvocato Pierilario Troccolo, una provvisionale di 50 mila euro.

Picchiata e minacciata, l'ha quasi strangolata

Correva l’anno 2017, era il mese di febbraio, quando la ragazza, in quel periodo impegnata come barista in un locale del centro storico, ha conosciuto quel giovane avventore. Tra i due è nata una relazione, ma quello che appariva come un ragazzo dolce ed educato in poco tempo si è trasformato in un mostro. L’alcol e la droga, come è emerso dai due processi, lo hanno reso un uomo violento e senza scrupoli. Nella primavera del 2018, completamente strafatto, impugnando un coltello ha minacciato la sua compagna già in dolce attesa: «Te lo tolgo io il figlio» le ha urlato in faccia. Ma in sedici mesi di relazione i soprusi sono stati a decine. In quella abitazione del centro storico, non lontano da corso Milano, dove la coppia si era trasferita è scoppiato l’inferno. Prima sono arrivati gli insulti, gli sputi, gli schiaffi: sia tra le mura domestiche e sia in pubblico. Infatti in un’occasione lui per strada l’ha prima presa a calci e poi l’ha spinta contro la serranda di un negozio. Ben presto sono però arrivate le minacce, non solo verbali ma anche con l’uso di armi e oggetti pericolosi. In un’occasione il cameriere l’ha presa a calci e pugni in testa dopo averla buttata a terra, per poi impugnare un paio di forbici e minacciare di cavarle un occhio mentre la teneva ferma torcendole un orecchio. Non solo, perché poco tempo dopo ha ripetuto il copione, stavolta tenendo in mano una pistola, e ancora aveva minacciato di sfregiarla e ucciderla mettendole un coltello alla gola. Aggressioni violentissime, che hanno costretto la ragazza a rivolgersi al pronto soccorso. Nel 2018 le ha rotto una costola lanciandole addosso un casco dopo averla strangolata fino a farle quasi perdere i sensi. Nel mezzo di quel calvario la donna aveva anche scoperto di essere incinta. Nonostante questo lui ha continuato a gettarla a terra, a colpirla a calci, a lanciarle oggetti. È arrivato a schiacciarle in volto dei vasetti di yogurt. Dopo ogni sfuriata e ogni aggressione l’uomo infatti pretendeva di avere rapporti sessuali con la ragazza. Lei stessa ha ripetuto davanti al giudice che almeno quattro sono state le occasioni in cui pur malconcia, piangendo e supplicandolo, era stata costretta a subire quei rapporti indesiderati. Una volta anche a Lignano nel maggio del 2018, quando lui era impiegato in un locale della località di mare friulana.

La forza di denunciare

Ormai senza via d’uscita, la giovane barista padovana il 15 giugno del 2018 è scappata da quella abitazione del centro diventata un incubo e ha trovato rifugio dai suoi genitori. Tredici giorni più tardi, il 28 di giugno, ha trovato la forza per andarlo a denunciare. In un secondo momento ha chiesto supporto legale, morale e psicologico al centro antiviolenza. Il suo compagno, durante quegli interminabili sedici mesi, le impediva di vedere gli amici e di utilizzare il bancomat e il telefono cellulare.

Ultimo aggiornamento: 16:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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