Padova. La proposta dei commercianti: «Rilanciare centri e negozi grazie ai fondi del Pnrr»

Lunedì 10 Aprile 2023 di Marina Lucchin
Pnrr per i negozi di vicinato (foto d'archivio)

PADOVA - La rinascita di città e paesi più piccoli, anche grazie ai fondi del Pnrr, per rilanciare il commercio di vicinato, fiaccato dalla concorrenza delle piattaforme digitali e dalla pandemia, che ha accelerato un processo di trasformazione per certi versi ancora difficile da decifrare nei suoi esiti finali. E così arriva l'appello del presidente di Confcommercio Ascom Padova, Patrizio Bertin che si rivolge a politici e istituzioni: «Usiamo le risorse del Pnrr per la rigenerazione urbana».

Pnrr per il commercio di vicinato

«Usarle presto e tutte - esordisce Bertin - perché il commercio di prossimità continua a ridursi facendo venir meno i servizi essenziali ai residenti che si trovano a vivere in centri storici sempre più a misura di turisti, il che non sarebbe un danno in se stesso, ma lo diventa se qualità ed equilibrio vengono by-passati dalla proliferazione, senza controllo, degli affitti brevi.

Per quanto ci riguarda, la nostra associazione è e sarà al fianco dei sindaci e delle istituzioni locali per la realizzazione di progetti finalizzati a riportare quella che è una vita fatta di residenti e relazioni nei nostri centri storici». 

Preoccupa, e non poco, la chiusura di tanti negozi, soprattutto di tradizione. «È vero - continua Bertin - che in città assistiamo ad un discreto ricambio e all'apertura di nuovi esercizi grazie anche ai progetti che Ascom Confcommercio ha promosso, ma rischiamo di perdere quelle attività che sono in massima parte destinate alle necessità di chi in città ci vive». Il ragionamento, magari meno legato al turismo ma non per questo meno grave, può essere applicato anche ai centri più piccoli. «Siamo concordi - aggiunge il presidente riprendendo quanto affermato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso del "question time" alla Camera di mercoledì scorso - che occorra prevedere misure di carattere strutturale, di sistema, e con una precisa visione strategica nella convinzione di quanto importante sia, anche sul piano sociale, presidiare i centri urbani così come la presenza di punti vendita nei nostri centri, piccoli o grandi che siano».

E una prima indicazione in tal senso, sempre secondo Urso, va ricercata nel disegno di legge delega per la riforma del fisco, in cui è prevista la possibile estensione della cedolare secca anche agli affitti degli immobili commerciali. «Un altro intervento - sottolinea - potrebbe essere costituito dalla fissazione di una soglia massima entro la quale limitare gli adeguamenti Istat previsti dai contratti di locazione».
«In ogni caso - conclude - serve una visione del futuro che non riduca le nostre città a tante Disneyland senza cuore e privi i nostri centri più piccoli di quelle attività che sole possono evitare che diventino degradati dormitori». 

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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