Il mercato del lavoro: sempre più assunti a tempo indeterminato

Martedì 4 Aprile 2023 di Elisa Fais
Da sinistra Patrizio Bertin (Ascom) e Tiziano Barone (Veneto Lavoro)

PADOVA - Il mercato del lavoro si è sbloccato e l’occupazione è tornata a crescere. Negli ultimi cinque anni nel Padovano sono triplicati i contratti a tempo indeterminato, passando da circa 12mila nel 2018 a quasi 38.500 nel 2022. Un fenomeno che risponde alla necessità di trattenere nelle aziende soprattutto le figure altamente qualificate che, oggi, si fatica sempre più a reperire. E’ ciò che è emerso in occasione dell’incontro “I trend del lavoro a Padova e provincia” che si è svolto ieri nella sede Ascom Confcommercio a piazza Bardella, alla presenza del presidente Patrizio Bertin e di Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro, ente strumentale della Regione per le politiche e il mercato del lavoro.
«Dal 2008 in poi a Padova sono stati generati oltre 51mila posti di lavoro e questo ritengo sia il dato in assoluto più interessante - sottolinea Barone - tenuto conto che nel 2014 ne abbiamo persi 10mila e che, oltretutto, abbiamo anche dovuto fare i conti con la pandemia, l’aumento dei costi delle materie prime, il caro energia, l’inflazione e la guerra.

Il mercato del lavoro, nonostante tutto, si dimostra vivace e in grado di rispondere ai cambiamenti. Da qua al 2030, però, rischiamo di non avere le risorse necessarie per il nostro sistema economico: abbiamo rilevato, sulla base di dati Istat, che ci mancheranno 150mila persone in età lavorativa a causa del calo demografico». 

I SETTORI
Nel padovano nel 2022 traina il settore dei servizi che conta quasi 45mila posizioni di lavoro dipendente, a seguire c’è l’industria con 4.815 lavoratori e altri 1.990 nell’agricoltura. Approfondendo il settore dei servizi si contano 20mila posti di lavoro occupati nel settore dei servizi alla persona, 7mila nell’ingrosso e logistica, 6.900 circa nel terziario avanzato, 6.300 nel commercio-tempo libero, 4mila altri servizi e emerge infine una pesante carenza nei servizi finanziari con - 1.880 postazioni lavorative. Nell’Industria regna il metalmeccanico con 5.300 posti di lavoro, crisi per l’edilizia invece con - 1.670 figure.
«A Padova l’apprendistato rappresenta un contratto cenerentola che dovrebbe essere favorito di più, si mantiene abbastanza costante invece il somministrato di manodopera attraverso le agenzie di lavoro - specifica Barone -. Il contratto a tempo determinato segue i flussi congiunturali e l’indeterminato cresce di continuo dal 2017 in poi. Attualmente l’84 per cento dei posti di lavoro dipendente è a tempo indeterminato». 


DUE POLI
Una delle principali caratteristiche del mercato del lavoro è la polarizzazione tra basse e alte qualifiche, tendenza che poi porta al tanto discusso mismatching tra domanda e offerta. «Bisogna distinguere se si entra nel mondo del lavoro con alte o basse qualifiche - precisa - le alte qualifiche possono scegliere più facilmente, le basse hanno bisogno di servizi di ricollocazione sistematici. Chi può scegliere dove lavorare mette sul piatto non solo l’aspetto economico, ma quello del tempo che ha a disposizione per se stesso e per la famiglia». C’è una forte carenza di personale soprattutto con competenze digitali. «La richiesta di competenze è sempre più sentita, ci stiamo avvicinando quasi a un obbligo formativo nel mondo del lavoro - aggiunge -. Serve una formazione continua, a tutte le età, che non può essere intesa come un’avventura di un singolo. Non è mai troppo tardi per imparare».
Veneto Lavoro ha fotografato la situazione nel marzo scorso a Padova. Nel giro di un mese il mercato del lavoro ha previsto 7.290 entrate: 33% nel manifatturiero, 33% nei servizi, 13% nel turismo, 12% nel commercio e 7% nelle costruzioni. 


LA DISOCCUPAZIONE
I disoccupati secondo gli elenchi dei Centri per l’impiego, al 31 dicembre scorso, a Padova, sono 57mila e tra questi gli inoccupati sono 8.200. «Molti inoccupati sono giovani e su questo credo che la partita si giochi sulla presenza dei servizi per il lavoro - aggiunge - noi abbiamo concepito i centri per l’impiego come una sorta di medico di base per trovare la collocazione giusta».
E, con lo sguardo rivolto al futuro, Barone conclude: «La sfida del cambiamento impatta sia sull’impresa che sulla persona, credo che il tema principale in questo momento sia la cura del capitale umano. In un certo senso oggi è il lavoratore che sceglie l’azienda e che, alla fine del colloquio, dice: vi farò sapere».

Ultimo aggiornamento: 08:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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