Padova. In mostra gli oggetti diventati icone: la collezione di Giuseppe Bortolussi, l'uomo delle partite Iva con la passione per l'arte

Pezzi innovativi e multifunzionali realizzati dai più importanti designer del panorama internazionale in esposizione a Palazzo Zuckermann

Mercoledì 21 Giugno 2023 di Nicoletta Cozza
Giuseppe Bortolussi, la mostra con la sua collezione di oggetti diventati icone

Dal 22 giugno all’8 ottobre a Palazzo Zuckermann di Padova in mostra 90 pezzi di piccole dimensioni pensati dai più importanti designer internazionali e appartenenti alla collezione di Giuseppe Bortolussi, tra le più significative raccolte europee Dalla Radio Cubo della Brionvega, ai vasi di Alvar Aaalto collocati accanto al “Fish” firmato da Gaetano Pesce.

Il bicchiere Smoke di Joe Colombo è degli anni Sessanta e permette a chi lo sorregge con 2 dita di tenere la sigaretta con la stessa mano.

Il cucchiaio Sleek della Alessi datato 1996, invece, è stato pensato per raccogliere i residui infinitesimale di crema spalmabile dal barattolo di vetro. L'imbuto Pino del 1998 di Stefano Giovannoni e Miriam Mirri trae il suo nome dalla buffissima faccia di Pinocchio che gli dà la forma. Dedalino, invece, è il portapenne di Artemide progettato nel 1966 da Emma Gismondi, che è diventato un portaombrelli nella versione ingrandita. Ma il pezzo più iconico è senza dubbio la Radio Cubo TS522 della Brionvega, rigorosamente rossa, che nel 1964 pensarono Richard Sapper e Marco Zanuso.

Curiosità, originalità, ma anche bellezza, quindi. I pezzi sono 90, tutti di piccole dimensioni, pensati dai più importanti designer del panorama internazionale e da domani all'8 ottobre rimarranno in esposizione a Palazzo Zuckermann di Padova, sede delle arti applicate e decorative. Si intitola "Small", infatti, la mostra che sta per essere inaugurata a poca distanza dalla Cappella degli Scrovegni e che ha per protagonista una minima parte degli oggetti che costituiscono la Collezione Bortolussi, una delle più significative raccolte europee di design concessa al Comune in comodato d'uso che ne farà il cuore di un museo innovativo che verrà allestito al Castello dei Carraresi una volta ultimato il restauro che trasformerà la fortezza trecentesca in un polo culturale di livello internazionale.

LA MOSTRA


Nel frattempo la rassegna, curata dal Andrea Maragno dello studio Joe Velluto e responsabile didattico della Scuola italiana di design, consentirà al pubblico di ammirare una selezione di "mini" oggetti di uso quotidiano, suddivisi in base a 4 criteri: piccole funzioni, con il ventilatore, l'accendigas, il dosatore di spaghetti, il portamatite la lampada; piccole routine, cioè caffettiere, bollitore, tazze, macinasale e macinapepe, formaggiera e un puzzle di legno con 16 animali; piccole connessioni, quindi radio, telefoni, il ricevitore per la filodiffusione, microfoni; piccoli vizi, che significa il cavatappi, il secchiello per il ghiaccio, l'agitatore per i cocktail, i posacenere e le posate.

La rassegna è stata organizzata dal Comune, come spiega l'assessore alla Cultura Andrea Colasio: «La mostra nasce da un accordo che da anni abbiamo con la famiglia Bortolussi, in base al quale, nelle more dell'allestimento definitivo, periodicamente realizzeremo delle esposizioni in varie location. La collezione in questo momento non è più in un capannone, ma si trova in alcuni depositi nostri e nella chiesa dismessa situata nel lato sud del Castello. Nel frattempo è stato creato un gruppo di lavoro con la Scuola Italiana Design, il Consorzio Galileo e i nostri restauratori per ripulire, restaurare e fotografare gli oltre 3mila pezzi, e predisporre un catalogo digitale. E abbiamo programmato tre mostre, S, M, L, cioè Small Medium e Large, e la prima è questa che sta per essere inaugurata allo Zuckermann per raccontare la storia di alcuni oggetti geniali dal punto di vista del design, e bellissimi. La suddivisione si basa sulle loro dimensioni».

OGGETTI CHE HANNO FATTO LA STORIA

«Uno dei filoni di questo primo evento riguarda le piccole connessioni che hanno cambiato il mondo - ha aggiunto Colasio - , e quindi abbiamo in vetrina i pezzi che hanno garantito appunto la connettività, con opere che hanno fatto la storia, come la radio a forma di cubo della Brionvega, che ha elementi di genialità per l'epoca come il fatto che si chiude con delle cerniere, ha una maniglietta estraibile ed è di un'innovatività incredibile, anche per quanto riguarda i materiali, e poi l'Alpha 2 di Bellini, un altro gigante del settore che ha lavorato molto per Olivetti. Un altro pezzo famosissimo è poi la molla giocattolo Slinky, così come il telefono fisso Miram 100 realizzato sempre dalla Olivetti nel 1986, su disegno di George James Sowden e Simon Morgan».

Anche le abitudini sono state oggetto di riflessione, partendo dal designer che si "sposa" con l'industria. E allo Zuckermann lo testimoniano la caffettiera Alessi di Sapper, e la Teiera Stelton del 1967a cilindro Cylinda di Arne Jacobs, e ancora un'altra caffettiera la Serafini Zani (1992) di Isao Hosoe, e il bollitore Mami ancora di Giovannoni, prodotto da Alessi. «Uno dei grandi filoni concettuali - ha aggiunto Colasio - è rappresentato da 2 vasi pazzeschi di Alvar Aalto (1936), collocati accanto a quello Fish design di Gaetano Pesce (1995). Interessante e iconico è pure il rasoio della Braun del 1955».

La mostra della terza sezione parte da quello del bere e quindi propone il famoso cavatappi Amoiz di Alessandro Mendini, e l'apribottiglie Ercolino di Andrea Branzi. Ampia pure quella che si rifà al fumo, con una gamma significativa di accendini, come il T2 Braun, e poi il posacenere Spirale di Achille Castiglioni.

Nell'ultima parte della rassegna i visitatori potranno ammirare l'Ariante, ventilatore-vortice di Marco Zanuso, che aveva vinto il compasso d'oro, la lampada da tavolo Eclisse di Vico Magistretti prodotta da Artemide, con la luce che si modula spostando il paralume.


CHI ERA GIUSEPPE BORTOLUSSI

È stato leader degli artigiani e delle partite Iva. Giuseppe Bortolussi con il centro studi da lui diretto ha reso famosa in Italia la Cgia di Mestre, di cui è stato segretario, dando filo da torcere al ministro delle Finanze Vincenzo Visco. Sotto il suo animo battagliero coltivava il gusto per l'arte e il design, che lo ha portato a mettere insieme una notevolissima collezione di 3mila pezzi. La politica è stata l'altra sua passione: consigliere comunale a Venezia, candidato governatore in Veneto col Pd, consigliere regionale dal 2010. È morto a causa di una malattia nel 2015.

Ultimo aggiornamento: 11:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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