PADOVA -Negli ultimi anni ha lottato con coraggio e speranza contro la malattia, fino all'ultimo, senza mai arrendersi. Venerdì sera, 10 giugno, però, è arrivato il tragico epilogo. A soli 36 anni è morto Giacomo Galante, molto conosciuto in città perché protagonista del mondo della notte. Giacomino, così lo chiamavano tutti, ha fatto il Pr e il deejay in alcune discoteche del padovano. Molto apprezzato anche come bartender in diversi locali, sapeva stupire amici e conoscenti con cocktail e drink sempre originali e d'effetto. Fino a quando la malattia gliel'ha concesso, Giacomo ha lavorato al Paradiso Latino, al Padova Pride Village, al Factory e anche al B Gall in centro storico.
La drammatica perdita lascia nello sconforto tutta la famiglia che tanto amava, compresi gli amici e i colleghi. Nelle scorse ore sul profilo Facebook di Giacomo è stato pubblicato un post dai parenti. «Putroppo Giacomo ci ha lasciati ieri sera - si legge - per chi volesse dargli l'ultimo saluto i funerali si terranno nella chiesa di San Gregorio Magno il 15 giugno alle ore 16.30. Si ringrazia in anticipo chi vorrà partecipare. Niente fiori perché verrà cremato. Se si preferisce fare una donazione, rivolgerla a Associazione italiana contro le leucemie linfomi e mielomi (Ail), malattia di cui era affetto Giacomo». A seguito della notizia, sui social network si sono susseguiti una serie di messaggi di ricordo e affetto nei suoi confronti.
Giacomo Galante aveva frequentato il liceo linguistico all'Istituto Don Bosco di Padova, in zona Forcellini. Dopo qualche anno all'università, Giacomo aveva preferito dedicarsi al lavoro e diventare indipendente. Nel 2020 è stato colpito da una malattia particolarmente aggressiva, diagnosticata in fase avanzata, ma Giacomo ha sempre affrontato con forza anche i momenti più duri. Nonostante le terapie, nei mesi scorsi le sue condizioni sono improvvisamente precipitate. Una ricaduta dalla quale, purtroppo, Giacomo non ha avuto scampo.
Nel 2021 il bartender sul suo profilo scriveva: «Oggi un anno fa ero in Pronto soccorso... Iniziava così la mia lunga e sofferente avventura. Oggi vivo ancora nella paura di tornare indietro, ma poi tra me e me dico: e anche se fosse? La vita è così bella e se bisogna combattere per vivere, allora combatterò. La malattia mi ha fatto capire tante cose: puoi essere forte quanto vuoi ma se ti deve prendere, ti prende».
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