L'omaggio al Presidentissimo, un innovatore: portò il Padova in A e la Despar in Italia

Domenica 24 Maggio 2020 di Andrea Miola
Marino Puggina a sin e Giuseppe Bergamin

PADOVA - L’ultimo presidente capace di portare il Padova in serie A, un imprenditore vincente e innovativo, una persona amata a rispettata da chi ha avuto modo di conoscerlo e operare con lui. Questo era Marino Puggina, scomparso l’altra notte nella sua casa a Rubano all’età di 99 anni. E proprio quello del secolo di vita, che avrebbe festeggiato il 18 dicembre, è forse l’unico traguardo che il “Commendatore” non è riuscito a raggiungere, in una vita ricca di affermazioni e successi. Per tutti una persona umile, ma al tempo stessa concreta e con le idee chiare, capace di toccare i tasti giusti con i propri collaboratori in ambito sportivo e imprenditoriale.

CHI ERA Nativo di Bovolenta, nel 1959, seguendo l’attività di famiglia nel settore alimentare, ha portato in Italia il marchio del gruppo internazionale Spar, fondando con la società Padis insieme alle famiglie Giordani, Miatello e Toffano la sezione di Veneto e Ferrara. Tale realtà è poi cresciuta con enormi riscontri fino a diventare un punto di riferimento della grande distribuzione a livello nazionale. L’esperienza si è conclusa nel 1995 con la sua cessione ai referenti dell’Austria del gruppo. «Negli anni Sessanta – ricorda Paul Klotz, amministratore delegato del gruppo ora denominato Aspiag Service - non si parlava ancora di supermercati per cui Puggina è stato un vero pioniere nel settore, tanto che il secondo punto vendita nazionale Despar fu aperto proprio a Padova alla Sacra Famiglia per sua iniziativa. Aveva capito l’importanza di una collaborazione internazionale, con una mentalità proiettata al futuro. Una volta ceduta l’attività a Spar Austria - prosegue - non ha più messo piede in sede e non ha voluto un ruolo onorario, lasciando spazio ai figli, ma ha continuato a darci utili consigli e qualche giusta critica, restando sempre al suo posto».

 LO SPORT I suoi anni alla presidenza del Calcio Padova, dal 1986 al 94 (ma nel club era entrato già da qualche anno) sono coincisi con la fase d’oro della recente storia biancoscudata, con la promozione in serie B al primo tentativo, sotto la guida di Adriano Buffoni e la sua promessa “mai più serie C” da lui rispettata in pieno. Per la squadra furono annate da protagonista nel torneo cadetto, con il salto in massima serie sfiorato all’ultima giornata nel 1991 a Lucca e due anni dopo, nonostante un successo sull’Ascoli. Gioia solo rimandata e ancora più grande dopo 32 anni di attesa quando l’undici allenato da Mauro Sandreani superò per 2-1 il Cesena nel leggendario spareggio di Cremona dopo il quale Puggina cedette la presidenza all’allora ad Sergio Giordani. Segretario generale di quel Padova era Giovanni Gardini, poi nelle stanze dei bottoni di club del calibro di Lazio, Verona e Inter. «Devo tutto a lui e Giordani – esordisce - e quanto ho realizzato in carriera è il frutto dei loro insegnamenti. Puggina è stato un presidente illuminato e all’avanguardia, ma al tempo stesso passionale e ricco di umanità. Sapeva scegliere i propri collaboratori ed è stato il primo ad applicare il concetto di azienda nella gestione di un club, con una struttura manageriale snella e pianificando il centro sportivo e lo stadio nuovo». Il suo carattere? «Le delusioni patite per le due mancate promozioni gli diedero ulteriore spinta per completare il percorso intrapreso. Non parlava molto, la sua grandezza stava nei tempi e nello sguardo e tante volte contava di più quello che diceva con gli occhi»

 IL CALCIO PADOVA L’attuale società lo ricorda con le parole del presidente Daniele Boscolo. «Siamo tutti indissolubilmente legati – dichiara - a quelle stagioni in cui il Padova ha prima sognato e poi conquistato la serie A, successi e grandi emozioni che recano impresso il marchio di Marino Puggina. Per questo e per quanto ha saputo dare a Padova come imprenditore, gli saremo per sempre debitori». Questo il saluto di Roberto Bertin, presidente Ascom Confocommercio Padova: «Un grande presidente, un punto di riferimento e un innovatore per il commercio e lo sport». L’ultima sua apparizione all’Euganeo risale al 26 aprile 2015, accompagnato dall’amico Lorenzo Crivellari e dalla figlia Antonella che, con Cristina, Antonio e Massimo piangono l’amatissimo papà. Il funerale si svolgerà martedì alle 11 alla basilica di Santa Giustina.

Ultimo aggiornamento: 10:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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