Morto per la caduta in nave, il pubblico ministero: «Nessuna negligenza»

Venerdì 3 Luglio 2020 di Cesare Arcolini
Morto per la caduta in nave, il pubblico ministero: «Nessuna negligenza»

CORREZZOLA - Non ci fu negligenza da parte del personale della nave e dei sanitari che prestarono le prime cure a Matteo Sartori il ragazzo di 33 anni morto sulla Msc Crociere nell'Adriatico lo scorso 7 settembre. L'ha detto ieri in tribunale a Padova il pubblico ministero Marco Brusegan che ha chiesto l'archiviazione del procedimento, non ravvisando responsabilità mediche. La decisione non è stata apprezzata dai familiari della vittima. L'avvocato della famiglia Omar Bottaro ha già fatto sapere che si opporrà all'archiviazione. Vengono chiesti ulteriori accertamenti legati alla sicurezza della nave. Si richiede di poter sentire le assistenti di navigazione che hanno trovato il 33enne privo di sensi. Come ultima richiesta l'avvocato di famiglia desidera che vengano valutate le cartelle cliniche degli ospedali albanesi dove il trentatreenne fu ricoverato, prima a Durazzo, poi a Tirana.
LA VACANZA
Quella maledetta sera di inizio settembre sulla lussuosa nave da crociera era in programma la cena di gala. Matteo banalmente aprendo un crostaceo si è procurato un piccolo taglio alla mano. La visione del sangue avrebbe creato un momento di panico nella vittima. Senza dire nulla alla fidanzata Sonia Carraro, assessore nel comune di Correzzola, all'epoca trentunenne, si è alzato da tavola. Con tutta probabilità voleva recarsi nell'alloggio per pulirsi e disinfettarsi. Ma nella camera non è mai arrivato. Ad un tratto Matteo Sartori, sofferente di emofobia, si è accasciato a terra battendo violentemente il capo. Quando è stato trovato dal personale della nave si è subito capito che il suo quadro clinico era preoccupante. Il personale medico della nave, che stava navigando in acque albanesi, ha chiesto l'intervento dell'elisoccorso. Troppo buio, nessuna possibilità di far alzare in volo il mezzo di soccorso. Di qui la scelta di deviare la rotta fino al porto di Durazzo dove Matteo, macchinista di Sistemi territoriali e originario di Piove di Sacco, è arrivato in condizioni disperate. Dopo le prime visite si è scelto di trasferire il paziente a Tirana nel reparto di Neurologia. Insomma si è perso tempo prezioso. Di qui, ultima tappa il trasferimento all'ospedale Sant'Antonio di Padova dove il giovane, che a breve si sarebbe dovuto sposare, è deceduto.
L'AUTOPSIA
L'autopsia, svolta dal medico legale Antonello Cirnelli, ha evidenziato come il macchinista di Sistemi territoriali, residente a Fossò nel veneziano ma originario di Piove di Sacco, sia morto per una doppia frattura alla base del cranio.

Le lesioni riportate erano così gravi che Matteo è entrato quasi subito in coma per una importante emorragia cerebrale. Il macchinista era di fatto inoperabile.

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