Tragedia in crociera, «Così han lasciato morire Matteo, stavamo per sposarci»

Sabato 14 Settembre 2019 di Cesare Arcolini
Tragedia in crociera, «Così han lasciato morire Matteo, stavamo per sposarci»
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«Stavo organizzando il nostro matrimonio. Adesso faremo il funerale del mio fidanzato. Sono disperata»: è sotto choc l'assessore alla Cultura di Correzzola (Padova), Sonia Marcato che 3 settimane fa si è imbarcata da Venezia con il suo compagno, Matteo Sartori 33 anni di Fossò (Ve), calciatore dilettante, per una crociera Msc in Adriatico.

 

 Il dramma si è materializzato il 7 settembre durante la cena di gala: lui si è tagliato un dito aprendo un crostaceo. Una minima uscita di sangue che però l'ha sconvolto: è emerso che aveva forti choc emotivi alla vista del sangue: si tratta della emofobia che può colpire chiunque. Sulla nave, quella sera, mentre saliva una scala per tornare in cabina è scivolato battendo violentemente la testa. La Msc era in navigazione e si è subito  diretta al porto di Durazzo.  Qui è stato portato al vicino ospedale e sottoposto alle prime visite, il suo quadro clinico è peggiorato. Finalmente si è riusciti ad organizzare un volo che ha portato Matteo a Padova dopo uno scalo a Brescia. Giunto nel reparto di Terapia intensiva del Sant'Antonio è stato sottoposto a tutte le cure del caso, ma ormai i suoi parametri vitali erano compromessi. Prima di spegnere le macchine la famiglia di Matteo, ha dato lassenso per l'espianto degli organi.
GLI AMICI
Quando  l'assistente sociale del Comune di Fossò (dove viveva la coppia) è venuta a conoscenza della tragedia è scoppiata a piangere. Conosceva fin troppo bene quel ragazzo d'altri tempi, che - per stare vicino alla nonna materna malata - era andato ad abitare in un appartamento vicino. La sindaca di Fossò, Federica Boscaro, ricorda che «spesso si trovava quel ragazzo che dolcemente aiutava la nonna in ogni suo bisogno».
Matteo lavorava alla Sistemi Territoriali spa, società controllata dalla Regione. Amava molto il calcio. Ha giocato a Codevigo, paese confinante con Piove di Sacco, dove ha abitato con la famiglia fino a due anni e mezzo fa, prima di trasferirsi a Fossò. Era difensore e capitano della squadra, a dimostrazione della sua serietà in ogni campo. Così lo ricorda il suo allenatore Michele Boscolo. «Era un ragazzo leader nella vita e nello sport, pur nella sua semplicità e pacatezza».
 

Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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