PADOVA «Mia moglie ha rischiato di morire. Il rapinatore ha usato una violenza inaudita nonostante lei non avesse posto alcuna resistenza. Gli aveva detto: Ti do tutto, ma non farmi del male. Invece, per strapparle la catenina dal collo il malvivente l'ha strattonata e l'ha scaraventata a terra procurandole gravi lesioni. Mia moglie è ancora all'ospedale. Adesso c'è anche uno psicologo che la segue per aiutarla a riprendersi. Ma ho molta paura». A parlare è il marito della signora settantaquattrenne aggredita e rapinata a Padova lunedì all'ora di pranzo in un garage interrato nella centralissima via Giotto. L'uomo è sconvolto. Attraverso il suo legale, l'avvocato Riccardo Rocca, ha offerto ventimila euro a chi aiuterà le forze dell'ordine ad arrestare l'aggressore della moglie. Non vuole che il suo nome sia reso noto, ma accetta di parlare per portare la sua testimonianza di vittima della criminalità.
Partiamo dalle condizioni di sua moglie...
«I sanitari le hanno riscontrato la frattura scomposta della seconda vertebra cervicale. Se fosse uscito del midollo spinale, adesso mia moglie sarebbe paralizzata. Le hanno dovuto mettere una incastellatura testa-spalle con quattro viti sul cranio. E gli strattoni per strapparle la catenina dal collo le hanno creato altre lesioni alla gola. Quando è stata soccorsa mia moglie non respirava».
Pensa che sua moglie riuscirà a superare a superare questa tremenda esperienza?
«Lei è distrutta e ho il timore che non riesca ad uscire dal violento stato di choc in cui si trova. Adesso le abbiamo affiancato anche uno psicologo per aiutarla a superare questo momento. Ma temo che non ci riuscirà. È talmente scossa che anche i sanitari dell'ospedale le stanno continuamente vicino. Oltre alla frattura, ha rischiato di soffocare mentre l'aggressore le strappava la catena dal collo».
Cosa ricorda sua moglie di quei drammatici momenti?
«Tutto. Mia moglie ha dato un'ampia descrizione agli investigatori della polizia dell'uomo che l'ha aggredita e rapinata. È un individuo di razza bianca, dell'età di circa 35-45 anni. È un uomo di corporatura tarchiata, robusto, con testa grande e tonda. È alto circa un metro e 70 centimetri, ha lineamenti facciali molto marcati. Lunedì mattina indossava una maglia di colore rosso».
Lei offre ventimila euro per individuare l'aggressore.
«Sì, ho dato mandato all'avvocato Riccardo Rocca di offrire una ricompensa a chi darà informazioni che possano permettere l'identificazione certa dell'autore dell'aggressione a mia moglie».
Perché ha preso questa decisione?
«Io non voglio sostituirmi alle forze dell'ordine. Ho molta fiducia in quello che stanno facendo gli investigatori della polizia per individuare l'aggressore di mia moglie. Ma voglio dare un aiuto. E sensibilizzare l'opinione pubblica per quello che sta accadendo».
Lei ritiene che stiamo passando un momento molto difficile?
«Si, non si aggredisce una donna in quel modo, rischiando di ucciderla per rubarle la catena al collo. Lunedì mia moglie ha trascorso la mattina a casa di un'amica in un condomino di via Giotto 15. Alle 12,15 è scesa nel garage interrato dove aveva posteggiato la macchina. Doveva rincasare. Li, nascosto, c'era un malvivente che in pieno giorno ha aggredito una persona per rapinarla. E per rubare una catena d'oro che aveva al collo non si è preoccupato che poteva ucciderla».
Da qui la decisione della taglia...
«La mia non è una taglia. Io voglio aiutare le forze dell'ordine ad individuare e arrestare l'aggressore di mia moglie. Anche noi cittadini dobbiamo fare qualcosa. Non avrei mai immaginato accadesse una simile cosa in pieno giorno in centro a Padova. Nel palazzo Torre di Via Giotto adesso tutti hanno il timore di scendere nel garage interrato, dopo quello che è accaduto. Non in piena notte, ma ribadisco, in pieno giorno. Ecco, io ho dato mandato al mio legale di contribuire alle ricerche di un individuo che va incarcerato. La gente adesso ha paura».
Lei come sta?
«Sono sconvolto. Sono tutto il giorno in ospedale da mia moglie e ho tanta paura. Temo che non riesca a riprendersi».
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