Marcello Cestaro 10 anni dopo: «Resto un tifoso del Calcio Padova»

Mercoledì 17 Maggio 2023 di Gabriele Pipia
Marcello Cestaro, presidente del Padova dal 2004 al 2013

PADOVA - Chi lo conosce bene avvisa subito: «Volete farlo parlare del Padova? È una ferita ancora aperta, in questi anni ha sempre preferito evitare».

Lui stesso rispondendo al telefono avverte: «Parlo solo di pallacanestro, il calcio è il passato». Sarà una ferita ancora aperta, ma per il cavalier Marcello Cestaro il calcio è stato soprattutto un’intensa passione. Alla fine non resiste. Dieci anni dopo aver lasciato la presidenza del Padova l’ex patron torna a parlare della sua esperienza biancoscudata e assicura: «Seguo sempre tutto, sono ancora un grande tifoso». 


Presidente, partiamo dal presente. Ha appena vinto il suo dodicesimo scudetto con il Famila Schio. Nel mondo della pallacanestro femminile lei resta il grande dominatore...
«Sì, ci stiamo togliendo tante soddisfazioni e facciamo di tutto affinché le nostre ragazze si sentano a casa».


A 84 anni sembra avere ancora tantissima fame di vittorie...
«Quest’anno le ragazze hanno vinto la supercoppa, lo scudetto e sono arrivate terze in Eurolega. Abbiamo anche un bellissimo pubblico al seguito». 


A proposito di tifosi, com’è il rapporto con quelli del Calcio Padova dieci anni dopo?
«L’affetto con il pubblico di Padova rimane perché ho passato dieci anni importanti. Ora vivo a Schio ma mi capita di tornare in città per andare al Santo, per una passeggiata o per un pranzo con gli amici».


È stato presidente del Padova dal 2004 al 2013 portandolo in serie B e sfiorando la serie A. Segue ancora la squadra?
«Certo, guardo sempre il risultato e mi arrabbio quando perde. Il mio pensiero va soprattutto a quei tifosi che sono sempre lì, con il caldo o con il freddo, seduti sui gradini a tifare Padova». 


Lei ha speso moltissimo ma non è riuscito a salire in serie A. Con il tempo si è dato una spiegazione?
«Sono stati dieci anni intensi, è una storia lunga. Per vincere bisogna avere la capacità di scegliere gli uomini giusti. Bisogna avere quello che la butta dentro ma bisogna ricordarsi che il primo imperativo è non prenderle, come si diceva una volta. Tante volte noi pensavamo di andare a fare gol e poi invece lo prendevamo...». 


Novara-Padova 2-0, 12 giugno 2011, finale di ritorno dei play-off per la promozione in serie A. È il suo rimpianto più grande?
«Sì, eravamo arrivati fino a lì...poi l’allenatore cambia quello con quell’altro. Forse non si faceva niente lo stesso, però...».

 
Si riferisce a mister Dal Canto che dopo 17 minuti si trova con il suo Padova in 10 uomini e sostituisce il gioiello El Shaarawy...
«Era giovane ma aveva tanta voglia. Era lì che correva, correva, correva come un cavallin.. »
Nel 2013 ha lasciato la presidenza a Penocchio e un anno dopo ha ceduto anche le quote societarie rimanenti.

Pareva che poi potesse esserci un suo rientro per salvare il Padova...
«Si era rotto qualcosa, dieci anni era stati tanti e in quel momento ho deciso che fosse l’ora di lasciar fare a qualcun altro. Non mi sono pentito». 


Con il nuovo proprietario Oughourlian ha mai parlato? 
«No, siamo in città diverse e abbiamo impegni diversi». 


Intanto negli ultimi mesi ha tenuto banco la vicenda stadio. I progetti per ammodernarlo, i lavori per la curva, l’inchiesta...
«Ai miei tempi avevamo fatto dei progetti e individuato delle soluzioni ma poi c’era sempre qualcuno a cui non andavano bene. Io sono sempre stato disponibile a parlare con le persone ma quando si intromettono certi soggetti e c’è troppa gente che parla diventa difficile. Lasciamo stare...»


Cosa ricorda più volentieri dei suoi dieci anni al Padova?
«Ho tantissimi bei ricordi. Penso alle tante serate passate coi ragazzi quando facevano le loro grigliate e le loro cene. Anche se bevevano un pochettino troppo (ride, ndr...


I tifosi ricordano bene anche quel suo “Forsa ragassi” urlato all’altoparlante dell’Euganeo...
«Mi veniva spontaneo, è stato bello così. E ora resto un tifoso del Padova». 

Ultimo aggiornamento: 16:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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