Il Nievo spegne cento candeline, fu il primo liceo scientifico di Padova e provincia

Venerdì 10 Novembre 2023 di Silvia Quaranta
LICEO NIEVO - Gli studenti festeggiano i cento anni della scuola

PADOVA - Cento candeline per il liceo Nievo, pioniere dell’indirizzo scientifico a Padova e provincia.

Istituito nel 1923, fu infatti il primo liceo scientifico della città, da cui poi nacquero tutti gli altri, inizialmente come succursali. Per festeggiare il traguardo la scuola ha organizzato, a partire da oggi, tre giorni di visite guidate e incontri: un modo per permettere alla cittadinanza di conoscere il liceo e la sua storia, che affonda negli anni più burrascosi del secolo scorso. 


I NUMERI
«Oggi siamo il liceo scientifico che accoglie più iscritti – puntualizza con orgoglio il dirigente scolastico, professor Carlo Marzolo – e a seconda degli anni capita di raggiungere numeri anche difficili da gestire. Ma non è stato sempre così: alla fondazione gli allievi erano appena 70. Al secondo anno già il doppio, 140, ma parliamo comunque di piccolissimi numeri in confronto con gli attuali quasi mille. Questo perché il Nievo, nel 1923, fu il primo pioniere ad arricchire l’offerta scolastica della nostra città, portando un indirizzo scientifico dove fino a quel momento c’era stato solo il classico. Ma la novità incontrò inizialmente un po’ di diffidenza: ci volle un po’ di tempo per conquistare la fiducia e la stima delle persone. Poi, negli anni a seguire, dal nostro istituto germogliarono tutti gli altri licei scientifici di Padova, che oggi sono istituti autonomi: il Fermi, il Curiel, il Cornaro e il Galilei di Selvazzano». 


LA SCELTA
La sede della scuola, palazzo Cumano, ha origini antiche: edificato nel 1829, fu inizialmente un “Convitto Rabbinico”. Le 5 comunità ebraiche coinvolte nel progetto, Venezia, Padova, Rovigo, Verona e Mantova, attraverso i loro rappresentanti, discussero sul programma della futura scuola e scelsero come sede Padova, comunità di 1400 ebrei circa e città in posizione centrale nel contesto lombardo-veneto, per la presenza della prestigiosa Università. 
Il “Convitto” preparava i futuri rabbini alle reali necessità che si sarebbero presentate e comprendeva le innovazioni dell’Illuminismo ebraico, interpretazioni critiche dei testi sacri, lo studio del tedesco. Quando il palazzo ospitò, nel ‘23, le prime classi di liceo scientifico, il Fascismo era già entrato a gamba tesa nella politica, nella cultura, nella formazione italiana. La scuola ebbe, com’è ovvio, presidi e docenti militanti, ma contò tra le sue fila anche il professor Adolfo Zamboni, l’unico docente padovano a non avere mai avuto la tessera del partito.


GLI APPUNTAMENTI
Alla figura di Zamboni è stato dedicato un reading teatrale, interpretato dai giovani attori della scuola, che andrà in scena sabato 11 (dalle 9.30 alle 12.30) presso il Multisala PioX, in via Bonporti. A seguire alcuni interventi, tra i quali quello del Professore Emerito Gilberto Muraro, ex studente del liceo, ex rettore dell’Università di Padova e attuale presidente della fondazione Cariparo. 
Fabio Targhetta e Giulia Simone, ricercatori universitari, parleranno poi della loro pubblicazione “Sui banchi di scuola tra fascismo e Resistenza”, uno studio che racconta la storia di cinque licei padovani, tra cui il Nievo. 


L’INIZIATIVA
«Già nel pomeriggio di oggi, venerdì 10 novembre – aggiunge il dirigente scolastico – l’istituto sarà aperto al pubblico per le visite. A guidarle saranno gli studenti della scuola, coordinati da esperti del Fai. Sarà l’occasione per conoscere la storia di Palazzo Cumani, la nostra sede, e scoprire alcuni interessanti documenti d’archivio, selezionati da un gruppo di studenti insieme ai docenti di Storia. Sempre oggi sarà possibile visitare il nostro Museo della Fisica, che raccoglie oltre un centinaio di strumenti scientifici conservati a partire dalla costituzione del liceo, offrendo un prezioso spaccato della didattica della fisica nel tempo». 
Infine, martedì 14 novembre alle ore 18, all’Aula Magna del liceo, si terrà la conferenza del professor Attilio Motta, del Dipartimento di Studi linguistici e letterari dell’Università di Padova, dal titolo “Nievo e le lettere in difesa degli studenti padovani”.

Ultimo aggiornamento: 14:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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