PADOVA - I settanta risparmiatori padovani che il Comune ha sostenuto nella battaglia per riavere i soldi volatilizzati nel 2008 dalla crisi della Lehman Brothers hanno vinto ancora una volta.
IN TRIBUNALE
Il Consorzio in seguito è ricorso in Appello. I giudici però nell’ultima sentenza hanno sottolineato aspetti fondamentali. Hanno citato la Guida Pratica del Consorzio nella quale le banche “si impegnano a fornire ai propri clienti una chiara informativa prima, durante e dopo le scelte di investimento” rilevando che non fu fatto. Nè si tenne fede “all’impegno di salvaguardare i destinatari della promessa dal rischio di una perdita di valore del titolo sul mercato finanziario”.
Insomma erano titoli a basso rischio e a basso rendimento, ma doveva essere monitorato giorno per giorno e se il rischio aumentava bisognava dirlo al cliente che così poteva cambiare idea. Il Consorzio Patti Chiari e Intesa Sanpaolo dunque sono stati condannati a “risarcire i danni provocati ai risparmiatori, così come quantificati in primo grado, per non averli avvisati della rischiosità dei titoli in sede di acquisto e dopo, in violazione dell’obbligo di informazione continuativa esistente a carico degli intermediari finanziari in forza della normativa di riferimento”.
SIRONE
È una vicenda questa che ha molto da insegnare sotto diversi punti di vista. Gaetano Sirone, commercialista e revisore contabile, all’epoca era assessore al Bilancio nella Giunta Zanonato e successivamente fu nominato amministratore della Finaps la Finanziaria del Comune, in pratica la cassaforte di palazzo Moroni. Ma soprattutto fu il protagonista di innumerevoli riunioni con i risparmiatori che si tenevano al centro S.Gaetano per informarli dell’avanzamento del processo. «Questa vicenda insegna che a volte il Pubblico può andare oltre ai ruoli istituzionali. Sostenere una class action non era all’inizio possibile per legge e anzi addirittura rischioso. Abbiamo dovuto attendere i primi risultati del Ctu, quando la perizia disposta dal giudice ha confermato la nostra perizia di parte, per partire. Così ci ha fatto enormemente piacere che dei cittadini grazie a una iniziativa pubblica abbiano ottenuto giustizia. In questo modo non si sono sentiti abbandonati. E per molti quelli erano i risparmi di una vita. Ottenere le loro attestazioni di stima e il sollievo che provavano è stato incredibile. Fra l’altro alla fine è stato sollevato da ogni responsabilità anche chi nel Comune aveva fatto gli investimenti».
Il Comune è stato risarcito nel 2016 anche se l’allora sindaco Bitonci si arrabbiò per la spesa sostenuta, 250mila euro per la consulenza finanziaria di Consultique Verona.