Deragliamenti, il pm: "Il tram è un mezzo di trasporto sicuro". Inchiesta verso l'archiviazione

Martedì 16 Marzo 2021 di Marco Aldighieri
Uno degli incidenti in cui è incappato il tram a Padova
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PADOVA - Il tram, il fiore all’occhiello del trasporto pubblico in città, è un mezzo sicuro. Il pubblico ministero Sergio Dini ha chiesto l’archiviazione del fascicolo, aperto contro ignoti per i reati di attentato colposo alla sicurezza dei trasporti e lesioni stradali colpose. Ora l’ultima parola passa al Gip: il giudice deciderà se archiviare in via definitiva il caso o ordinare alla Procura un supplemento di indagini. L’inchiesta, condotta dai carabinieri, era nata a seguito di una serie di incidenti e deragliamenti del metrobus a cui hanno fatto seguito alcuni esposti presentati in Tribunale da cittadini e comitati.
A dare manforte alle indagini della Procura, c’è stata anche la relazione dell’Ustif, l’organo proposto dal Ministero dei Trasporti, che ha messo nero su bianco le tre cause principali degli incidenti: «La circolazione in sede promiscua sia pure in presenza di una corsia riservata, il degrado della resina di fissaggio della rotaia e il disimpegno dei ruotini di guida dalla rotaia». Tuttavia gli inquirenti, dopo avere visionato tutta una serie di filmati relativi ai vari deragliamenti, non hanno riscontrato reali problemi oggettivi del mezzo pubblico. Lo stesso ingegnere nominato dal pm per analizzare nei dettagli il sistema tram, non ha evidenziato nulla di anomalo. Se l’errore c’è stato sarebbe riconducibile a una manutenzione insufficiente. 
LE INDAGINI 
Tra la primavera e l’inizio dell’estate del 2019 in Procura sono stati depositati almeno tre esposti, da parte di comitati e gruppi di cittadini, contro il tram. Le denunce mettono in luce una serie di incidenti e deragliamenti con feriti: sia passeggeri e sia conducenti. L’ultimo, tra i più gravi, si è verificato il 10 giugno di tre anni fa alla Guizza e nell’occasione è rimasto ferito l’autista. E così sono scattate le indagini da parte dei carabinieri. Gli inquirenti hanno acquisito le immagini registrate da alcune telecamere della videosorveglianza e in un secondo momento tutte le relazioni sugli incidenti redatte dai tecnici di Busitalia. Raccolto tutto il materiale la Procura ha deciso di aprire un fascicolo. Quindi è stato nominato un consulente tecnico. Si tratta di un ingegnere e il suo compito è stato quello di analizzare nei dettagli il sistema tram nel biennio 2017-2019. Per cui capire se i materiali utilizzati da Busitalia sono in regola con leggi e se assicurano un certo grado di sicurezza. Ma non solo, ha anche appurato se in quei tratti di strada dove il metrobus è deragliato stava correndo troppo o troppo poco. Insomma, ha passato al setaccio l’intera filiera del mezzo pubblico più amato dai padovani. A dare manforte alla Procura c’è stata la relazione sul tram da parte dell’Ustif, l’organo preposto dal Ministero dei Trasporti. In totale sono stati presi in esame 26 incidenti al mezzo pubblico, anche con feriti, nell’arco di otto anni. E, secondo il Ministero, queste erano le tre principali cause dei deragliamenti: «La circolazione in sede promiscua sia pure in presenza di una corsia riservata, il degrado della resina di fissaggio della rotaia e il disimpegno dei ruotini di guida dalla rotaia». Ad esempio, per quanto riguarda l’incidente del 10 giugno 2019 alla Guizza, i tecnici del Ministero avevano scritto che la causa del deragliamento è stato il guasto ad un ruotino, pare non conforme rispetto alle prescrizioni del costruttore. 
NULLA DI FATTO
Tuttavia gli inquirenti non hanno riscontrato reali problemi oggettivi del mezzo pubblico. Neppure i tanto vituperati ruotini, sarebbero stati la causa diretta degli incidenti del tram. Così come la sede promiscua e il degrado della resina di fissaggio della rotaia. È stato lo stesso ingegnere nominato dalla Procura per analizzare il sistema tram nel biennio 2017-2019, a non riscontrare nulla di anomalo. Insomma, se l’errore c’è stato nei deragliamenti presi in esame sarebbe riconducibile a una cattiva manutenzione. Il tram dunque per chi ha condotto le indagini è un mezzo sicuro, tanto da chiedere l’archiviazione del fascicolo aperto contro ignoti per i reati di attentato colposo alla sicurezza dei trasporti e lesioni stradali colpose. 
 

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