Padova. Incendio in condominio, è doloso: il piromane avrebbe agito per vendetta verso i suoi coinquilini

Chi ha appiccato il fuoco avrebbe agito per vendetta, ma gli inquirenti stanno battendo anche la pista dello scherzo finito male

Martedì 28 Marzo 2023 di Marco Aldighieri
Padova, l'incendio sarebbe doloso

PADOVA - Il giorno della festa della donna, alle 4 del pomeriggio, quell'incendio divampato in un appartamento al terzo piano dello stabile di via Borelli al numero uno è stato doloso. Chi ha appiccato il fuoco avrebbe agito per vendetta, ma gli inquirenti stanno battendo anche la pista dello scherzo finito male. Il pubblico ministero Roberto D'Angelo, titolare delle indagini, ha aperto un fascicolo per incendio doloso al momento contro ignoti.

Nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati, ma i sospetti si sono concentrati su un ingegnere straniero.

Le indagini

La Procura ha nominato come consulente tecnico l'esperto veneziano Gianpietro Zucchetta. Il chimico, dopo avere passato al setaccio l'abitazione da dove si sono sprigionate le fiamme, ha potuto accertare senza dubbio come l'incendio fosse di natura dolosa. Al momento, per ragioni investigative, non è stato divulgato il sistema adottato dal piromane per innescare il rogo. Gli inquirenti hanno concentrato i loro sospetti su un ingegnere straniero, uno dei quattro coinquilini residenti in quella casa distrutta dal fuoco. Motivo, tra gli abitanti dell'appartamento non corre buon sangue. L'ingegnere è stato più volte accusato dagli altri tre (due italiani e uno straniero) di essere disordinato, di non prendersi cura della sua igiene personale e di lasciare sporco ovunque. Uno stato di tensione cresciuto nel tempo fino a sfociare nel pomeriggio dell'8 marzo, secondo la Procura, con l'azione di appiccare il fuoco. L'ingegnere, nei giorni scorsi, è già stato interrogato dagli inquirenti, ma ha respinto tutte le accuse formulate contro di lui e al momento non è stato iscritto nel registro degli indagati.

I danni

Le fiamme partite dall'appartamento al terzo piano hanno anche provocato una potente esplosione e pure la casa sopra abitata da una coppia di anziani è stata dichiarata inagibile. In via Borelli all'Arcella sono intervenuti, con diverse autogrù e autobotti, i vigili del fuoco. In pochi minuti sono scattate le operazioni di spegnimento del rogo e sono stati portati all'esterno i due anziani inquilini. Poi è stata la volta delle operazioni di bonifica dal fumo. Insieme ai pompieri sono intervenuti anche gli agenti della polizia di Stato e quelli della polizia locale, incaricati di far defluire il traffico, particolarmente intenso nella vicina via del Plebiscito. Al pianterreno della palazzina interessata si trova il negozio Tigotà, che non ha risentito del rogo e ha potuto continuare con la sua attività. Le operazioni sono andate avanti fino a sera inoltrata. Tutti i 12 alloggi sono stati fatti evacuare. Nove persone sono state trasportate in ospedale, sette adulti e due bambini, la maggiore parte a scopo precauzionale. Ma uno ha riportato ustioni a un braccio e ad una mano. «Sono andato a prendere i bambini a scuola e quando sono tornato ho sentito un forte odore di bruciato - ha raccontato un operaio dello Sri Lanka residente al quarto piano - Ho spalancato le finestre perché c'era fumo, poi siamo usciti sul poggiolo e infine siamo corsi giù in strada». Lo stesso ha dichiarato Faith, inquilino del terzo piano, proprio accanto all'appartamento andato a fuoco. «Rientravo con i figli e ho sentito l'odore. Poi, mentre ero sotto la doccia, c'è stato lo scoppio e siamo corsi tutti fuori». 

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