PADOVA - «Questa accusa per me è assurda. È come se mi avessero detto che picchio i bambini». Ilaria Capua, la "donna dei virus", 41 anni, pluripremiata, non ci sta. «Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia, l'ho saputo dall'Espresso, che mi ha chiamata per una dichiarazione.
«Nessuno mi ha chiesto nulla finora, non capisco da dove nasca tutto questo. Tra il 1999 e il 2000 l'Italia è stata colpita da una serie di epidemie aviarie, l'Izs delle Venezie ha isolato i ceppi e, come avviene, li ha forniti alle aziende perchè sviluppassero il vaccino (autorizzato da ministero e Commissione europea). L'alternativa era l'abbattimento dei polli. Sono percorsi codificati, le accuse che mi vengono mosse di aver inviato personalmente ceppi a chi lavora nelle aziende è infondata. Un vaccino viene registrato, contiene una sequenza virale e si deve sempre sapere da dove proviene».
Che idea si è fatta della vicenda? «Posso pensare ci sia un tentativo di screditarmi come ricercatrice alla vigilia delle Europee, altri motivi non ne vedo. I fatti risalgono ad una decina di anni fa».
Non è la sola ad essere coinvolta... «Parlano anche di miei colleghi e mio marito. Questo è un fulmine a ciel sereno per tutti. E' ovvio che il fatto che io sia più visibile di altri ha fatto si che io diventassi l'oggetto dell'attacco».
L'intervista completa sul Gazzettino in edicola oggi 4 febbraio o nell'edizione digitale cliccando qui.