PADOVA - Non un terrorista, ma comunque una persona pericolosa. Il cittadino pachistano di 33 anni, finito in manette per avere minacciato sabato sera all'urlo di "Allah Akbar" passanti e poliziotti, era sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Quando è arrivato al pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera, i medici per tentare di disintossicarlo gli hanno indotto il coma farmacologico. Appena verrà dimesso sarà anche rimpatriato perchè irregolare sul suolo italiano. Al momento si trova ancora in stato di arresto.
Il fatto
Sabato, intorno alle 21, lo straniero armato di coltello e al grido "Allah è grande" ha minacciato un paio di passanti in transito su via Giotto. I due cittadini, impauriti, hanno chiamato il 113. In pochi minuti è intervenuta una pattuglia della polizia. Gli agenti hanno trovato il pachistano immerso nelle acque del Piovego, con in mano una bottiglia di birra rotta, proprio a due passi dal monumento alle Torri Gemelle. Il 33enne ha minacciato anche gli uomini della Sezione volanti. I poliziotti hanno avvisato il magistrato di turno Sergio Dini. Il sostituto procuratore ha ordinato agli agenti di procedere all'arresto. I motivi: lo straniero, armato di coltello, poco prima aveva minacciato due passanti. E poi il luogo dove ha agito il pachistano al grido "Allah Akbar", in memoria alle vittime dell'attentato alle Torri Gemelle. Non solo, la Procura ha anche considerato il contesto internazionale con la Francia messa a ferro e fuoco da giovani francesi di seconda generazione. Insomma, le possibilità che potesse trattarsi di un terrorista erano elevate.
Quando i poliziotti hanno bloccato il pachistano, si sono accorti del suo profondo stato di alterazione. Lo straniero, una volta identificato, è stato accompagnato al pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera. Qui i medici gli hanno indotto il coma farmacologico, nel tentativo di disintossicarlo.
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