Padova. Il sindaco Sergio Giordani: «Niente hub per i migranti, voglio evitare altri casi Prandina»

Martedì 29 Agosto 2023 di Nicoletta Cozza
I lavori di allestimento delle palestre in attesa dell'arrivo dei migranti

PADOVA - Un po’ di giorni al mare ad Albarella. Un po’ in montagna, ad Agordo. E un po’ nelle Marche. Sergio Giordani ha trascorso un paio di settimane in vacanza, anche se durante le ferie non ha mai staccato del tutto, in quanto il tema dei migranti lo ha impegnato a distanza. Ieri è tornato a Palazzo Moroni e in agenda ha una serie di questioni fondamentali per il futuro della città, da affrontare a stretto giro.
Sindaco, al suo rientro dalle vacanze uno dei temi caldi che sta affrontando è quello dei migranti, che tra città e provincia sono ormai circa 2mila.

«Noi nel capoluogo abbiamo offerto un’accoglienza importante, lavorando anche il 14 e il 15 agosto, mettendo a disposizione l’ostello, le strutture dedicate all’ospitalità invernale e l’ex Gabelli, dando risposte a 200 persone, tra cui diversi minori non accompagnati. Insomma è stato fatto il massimo. Poi il prefetto Messina ci ha chiesto la disponibilità delle palestre, con l’impegno, e ha garantito che lo manterrà, di ridarcele una settimana prima dell’inizio della scuola.

Inoltre ha assicurato che a Padova non si farà un hub, e su questo mi sento di essere tranquillo». 

In città, peraltro è già stata fatta un’esperienza del genere…«Ho vissuto da esterno il caso - Prandina ed eviterei che si verificassero situazioni analoghe, ma non perché sono contrario ai migranti, bensì perchè sono per l’accoglienza diffusa, come Zaia e Conte, presidente Anci. La verità è che queste persone non le vuole nessuno vicino a casa, ma basterebbe mettere 3-4 unità abitative prefabbricate in ogni Comune per risolvere il problema. Lungi da me fare polemica dato che si tratta di una questione difficile. Ricordo però che in Italia manca la manodopera, in agricoltura e nelle fabbriche e la coincidenza c’è: abbiamo i migranti che cercano lavoro. Bisognerebbe formarli dar loro un’occupazione».

Il governo sta facendo abbastanza?
«Finora mi pare abbia scaricato tutto sui Comuni che sono in difficoltà perché non sappiamo più dove mettere i profughi. Il problema è difficile, mi rendo conto, ma ripeto serve l’accoglienza diffusa. Padova, anche a fronte dell’impegno che ci siamo presi, mi è stato detto con certezza, che non sarà sede del centro regionale e non vorrei proprio dovermi mettere a fare il politico anche se non ho un partito di riferimento… In questi casi, comunque, bisogna decidere anche con coscienza, perchè abbiamo di fronte persone».

Passando ai cantieri, per la Tav c’è una scadenza a breve.
«Sì, entro 15 giorni il commissario straordinario Macello e la vicepresidente della Regione De Berti saranno qui per discutere di questo. Nei precedenti incontri avevamo espresso delle perplessità e conto che siano stati risolti i nostri dubbi sul Borgomagno e poi coinvolgeremo il quartiere in maniera da condividere l’elaborato. La prima versione era impattante, ma contiamo che la nuova vada bene. È un’opera strategica per la città, e la Stazione finalmente sarà “bifacciale”. E poi sono certo che ci siano i fondi per la nuova Stazione».

Intanto la palazzina della nuova Pediatria sta procedendo molto speditamente.
«Pure in questo caso siamo di fronte a una realizzazione fondamentale e per capire la sua importanza basta essere genitore, o nonno. Un paio do volte mi è capitato di andare con mio nipote in quel reparto, dove ci sono medici eccellenti, e vedere i materassi per terra, mentre sento ancora gente che dice che non va bene… L’ospedale della mamma e del bambino tra un anno e mezzo sarà pronto, poi vedremo il pronto soccorso e quindi l’attiguo parco delle Mura all’interno dell’area del nosocomio quando, fra circa 6 anni, sarà abbattuta Neurologia che si trasferirà nel polo di Padova est, del quale a giorni attendiamo il masterplan per definire il tragitto della linea tranviaria».

A proposito, i cantieri del tram come stanno andando?
«Bene. Alla fine avremo 27 chilometri di linea ed è evidente che per realizzarla ci saranno dei disagi. Dopo, però, Padova sarà diversa e i vagoni trasporteranno 20 milioni di persone l’anno. E per capire quanto utili saranno Sir 2 e Sir 3 basta chiedere un parere sul metrobus a chi abita all’Arcella: sono tutti entusiasti. Certo, metteremo in servizio anche i bus elettrici, ma la capacità del tram è 2 volte e mezzo superiore, e il sistema di trasporto su rotaia è molto più rapido. Per non parlare degli aspetti ambientali, perchè stiamo pagando pesantemente gli effetti dei cambiamenti climatici».

Infine lo stadio. Gli ultras prima dell’ultima amichevole del Padova hanno affisso uno striscione con scritto “Padova, la città dei tre senza: Appiani senza gradinata, Euganeo senza curva e giunta senza dignità”. Cosa ne pensa?
«Non è accettabile. Per non avere dignità bisogna non fare nulla, mentre noi le cose le facciamo e io mi prendo le responsabilità. Ovviamente non c’entra niente l’assessore Bonavina e ho la massima fiducia in lui».
 

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