​L'Ue: «Sì all'atto di nascita per le famiglie arcobaleno». Ma non vale per Padova

Mercoledì 13 Settembre 2023 di Angela Pederiva
Famiglie arcobaleno

PADOVA - Pina Picierno è ottimista: «Un passo davvero importante per i diritti di tutti, a partire dalle bambine e dai bambini». Così l'europarlamentare campana del Partito Democratico ha commentato la risposta del riformista belga Didier Reynders, commissario Ue alla Giustizia, all'interrogazione che sollevava il caso dei 35 bimbi di Padova, figli di due mamme, di cui la Procura ha impugnato l'iscrizione all'anagrafe. «La Corte di giustizia ha statuito che, quando uno dei genitori è cittadino dell'Unione, tutti gli Stati membri sono tenuti a riconoscere il rapporto di filiazione stabilito nell'atto di nascita rilasciato da uno Stato membro», è la posizione di Bruxelles, che però si riferisce solo ai parti avvenuti in un altro Paese europeo, mentre i piccoli padovani «sono pressoché tutti nati qui», sottolinea l'assessora comunale Francesca Benciolini, esponente della lista Insieme con Giordani.

LIBERA CIRCOLAZIONE
Nella sua richiesta, sottoscritta anche dai colleghi veneti Alessandra Moretti e Achille Variati, l'eurodeputata Picierno chiedeva alla Commissione se stesse «valutando di intraprendere azioni per far rispettare all'Italia il diritto dell'Ue e la Carta dei diritti fondamentali dell'Ue», alla luce del fatto che «a Padova le famiglie con genitori dello stesso sesso hanno ricevuto dall'autorità giudiziaria una notifica ufficiale per rettificare i certificati di nascita di questi bambini e rimuovere il cognome del genitore non biologico».

Invece una sentenza emessa nel 2020 dai giudici di Lussemburgo e relativa a una coppia di mamme, con figlia nata in Spagna e necessità di trascrivere l'atto in Bulgaria, ha affermato il diritto alla libera circolazione all'interno dell'Unione europea. «Se il minore è cittadino dell'Unione ha dichiarato Reynders ha diritto al rilascio da parte dello Stato membro di cui ha la cittadinanza di un passaporto o di una carta d'identità attestante la cittadinanza e il nome come risulta dall'atto di nascita rilasciato da un altro Stato membro». Ecco la differenza con la vicenda veneta. «Le cause pendenti davanti al Tribunale civile, a partire dal prossimo 14 novembre, riguardano atti che sono stati formati proprio dall'ufficiale di stato civile di Padova, in quanto i bambini sono venuti al mondo nella nostra città», sottolinea l'assessora Benciolini.


LEGGE
Conferma l'avvocato Alexander Schuster, uno dei massimi esperti italiani dei diritti delle famiglie arcobaleno: «Nella sostanza il pronunciamento dell'Ue non aiuterà molto i casi tipo quelli di Padova. Ma è utile che l'Italia sappia che è tenuta d'occhio, soprattutto con il ddl Varchi in itinere, visto che questo sì vìola il diritto dell'Unione». Il riferimento è al disegno di legge, di cui è prima firmataria la deputata meloniana Carolina Varchi, che punta a rendere l'utero in affitto un reato universale. «Sul piano politico concorda l'assessora Benciolini l'orientamento dell'Europa, per la sua autorevolezza, è comunque importante. Di certo va colmata la carenza di una legge nazionale, che porta i Tribunali ad esprimersi ora in un senso e ora nell'altro. Per quanto ci riguarda, stiamo approntando la linea difensiva. Sicuramente faremo leva sulla sentenza di Milano che, a proposito di tre coppie di mamme di bambini nati in Italia, ha stabilito che un atto di nascita non possa essere cancellato una volta che è prodotto».


Sembrerebbe per certi versi simile alla vicenda del verdetto Ue la storia vicentina di ricorso alla maternità surrogata, in cui la Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha condannato l'Italia a risarcire una coppia (peraltro eterosessuale) per la mancata trascrizione del documento, se non fosse che la bimba è nata in Ucraina e dunque fuori dall'Europa. «In questa materia le fattispecie sono tante osserva l'avvocato Giorgio Muccio, che assiste la famiglia berica . Noi dobbiamo seguire un'altra strada: la causa civile da parte del padre biologico e poi l'adozione facilitata da parte della madre intenzionale». L'udienza per il papà sarà celebrata domani. A ieri il Comune di Vicenza, ora che è guidato dal dem Giacomo Possamai, non risultava costituito in giudizio.

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