Ha salvato l'alunno infartuato: «Io un eroe? No, sono solo un insegnante»

Mercoledì 6 Novembre 2019 di Marina Lucchin
I carabinieri davanti all'istituto Euganeo di Este
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ESTE - Tutta la scuola è in ansia per le sorti del quattordicenne che lunedì mattina è finito in arresto cardiaco in palestra, durante l’ora di educazione fisica. Ma ieri mattina davanti all’Istituto Euganeo, era tutto un bisbiglio. Gli studenti non parlavano d’altro: «Il prof di ginnastica è un eroe, se il nostro compagno ce la farà sarà anche grazie a lui». Ma il diretto interessato non è d’accordo: «Eroe? Io? No, non sono un eroe. Sono “solo” un insegnante. E un insegnante si prende cura dei suoi ragazzi a 360 gradi». 
Il professor Massimo D., docente di educazione fisica all’Iis Euganeo, lunedì mattina è stato il primo a soccorrere il quattordicenne che si era accasciato a terra dopo pochi metri di corsa, durante il riscaldamento. Gli ha praticato il massaggio cardiaco finché non è arrivato il personale sanitario del Suem che gli ha riattivato il cuore con cinque scariche di defibrillatore.
Professore, i suoi studenti dicono che è un eroe, che è grazie a lei che quel ragazzino è ancora vivo. Cosa ne pensa?
«Penso che sono un insegnante e quindi ho fatto quello che fa un insegnante: prendersi cura dei suoi studenti a 360 gradi».
Che cosa ha fatto lunedì mattina quando ha visto quel ragazzino a terra?
«Ho fatto quel che mi è stato insegnato durante i corsi che come docenti dobbiamo frequentare. Ho messo in pratica tutto quel che sapevo, anche per via di altre esperienze. C’è un protocollo di pronto soccorso che si attua in casi simili». 
Cosa le hanno detto i sanitari quando è tutto finito?
«Mi hanno detto che il mio intervento provvidenziale». 
Le era già capitata una cosa simile?
«Oddio, no. Direi che per fortuna sono eventi rarissimi». 
Però lei era pronto.
«È stata un’emergenza. Non c’è stato tempo per pensare a chissà cosa. Ho fatto tutto quello che dovevo fare, e abbiamo anche avuto una buona dose di fortuna». 
Gli ha fatto il massaggio cardiaco finché non è arrivato il Suem?
«Ho fatto tutto quel che mi è stato insegnato durante i corsi frequentati. Uno mai penserebbe di doverli mettere in pratica. Invece è successo. E poi, ripeto, c’è stata una buona dose di fortuna oltre che un ottimo lavoro di tutta la scuola. Se si è salvato è stato grazie alla prontezza e al lavoro di tutti».
È andato a trovare il suo studente in ospedale?
«Sì, ieri (lunedì, ndr) sono andato da lui per vedere come stava. C’era anche il preside, Roberto Zanrè».
Anche il preside è intervenuto ieri? 
«No, il preside non era a scuola in quel momento, ma è stato contattato immediatamente e si è precipitato subito in ospedale dal ragazzino e dai suoi genitori. Ci ha messo davvero l’anima. Si è comportato in una maniera esemplare che dimostra quanto ci tenga alla scuola e ai suoi studenti». 
Che cosa ha pensato in quei momenti, quando ha capito che la situazione era così grave?
«Posso solo dire che quei minuti, dalla chiamata dei soccorsi, finchè non sono arrivati i sanitari, nonostante siano stati pochi, per me sono stati infiniti. In quel momento transitorio, da quando ho iniziato a prendermi cura del ragazzo fino alla rianimazione dei medici, il tempo si è come fermato».
Sicuramente possiamo dire che ha avuto un sangue freddo invidiabile. Il suo intervento è stato fondamentale.
«Sono un insegnante e gli insegnanti si prendono cura dei propri studenti a tutto tondo. È questa la nostra filosofia. Uno non è che fa “solo” lezione. Fare l’insegnante è molto di più».
Quel che è successo l’ha cambiata?
«Io ritengo di aver fatto solamente quel che doveva essere fatto, assieme al resto del personale della scuola. Ognuno ha avuto il proprio ruolo. Per questo e per una buona dose di fortuna, le cose sono andate bene, se così si può dire visto che il giovane è ancora gravissimo. Ed evidenzio ancora una volta l’operato esemplare del preside». 
Il ragazzino intanto è ancora ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Cardiochirurgia pediatrica del centro Gallucci. Il preside Roberto Zanrè: «I sanitari sopraggiunti hanno faticato un’ora a stabilizzare il cuore, in modo da poter poi trasportare il ragazzino in cardiochirurgia. La prognosi, purtroppo è ancora riservata, per cui c’è da stare in raccoglimento vicino alla famiglia del ragazzino, che sta soffrendo».
I medici stanno sottoponendo il 14enne a esami e visite per capire cos’abbia provocato l’arresto cardiaco. Secondo i primi accertamenti probabilmente è stato causato da una patologia cardiologica pregressa che però non era ancora stata diagnosticata. 
 
Ultimo aggiornamento: 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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