Le 5 emergenze per le 24mila imprese artigiane padovane. Ecco quali sono

Il presidente di Confartigianato: «Soffocati dagli aumenti. Dalla filiera alimentare ai costi energetici, dalla crisi idrica alla mancanza di personale, fino ai bonus edilizi»

Martedì 19 Luglio 2022 di Mauro Giacon
Gianluca Dall'Aglio, presidente di Confartigianato

PADOVA - È un’estate calda per l’artigianato padovano, 24.800 imprese. Tanti i problemi irrisolti.

Gianluca Dall’Aglio, presidente di Confartigianato Imprese, ne elenca cinque.

Il cibo

La guerra tra Russia e Ucraina sta pesantemente influendo sulla filiera alimentare. A causa dell’aumento del prezzo dei cereali, a maggio 2022 le quotazioni in euro delle materie prime alimentari sono saliti del 43,1%. «Dall’inizio del conflitto, gli effetti si sono fatti sentire sul prezzo del pane, che ha subito rincari dal 20 al 30% a causa dell’aumento delle materie prime. In Russia e Ucraina si concentra il 28,5% del mercato delle commodities agricole. La scarsità della produzione determina uno shock d’offerta che si sta riverberando sui prezzi lungo tutta la filiera».

L'energia

A maggio, i prezzi delle commodities energetiche hanno raggiunto un +114,1% rispetto allo scorso anno: «Abbiamo subito incrementi su elettricità, gas e carburanti che mettono a serio rischio l’attività d’impresa – continua Dall’Aglio - E per le 5.941 aziende manifatturiere artigiane padovane, con oltre 30.700 addetti il rischio c’è. Ma tutte le imprese, non solo quelle energivore, stanno subendo le conseguenze di questi aumenti senza fine, con la prospettiva poi di possibili razionamenti delle forniture di gas dalla Russia. Tra i settori più penalizzati c’è quello dei trasporti, naturalmente. A inizio luglio il prezzo del gasolio ha segnato un 35,2% in più rispetto allo scorso anno. Possiamo immaginare l’impatto che questo può avere sulle 1.615 aziende del comparto con oltre 3.500 addetti. Noi ci chiediamo quale autunno ci aspetti».

La siccità

La crisi idrica causata dalla siccità coinvolge in provincia di Padova 1.817 imprese artigiane con 10.364 addetti che operano nei dieci comparti manifatturieri con la maggiore intensità di utilizzo dell’acqua. I settori più idro-esigenti sono quello estrattivo, il tessile, il petrolchimico, il farmaceutico, la gomma, le materie plastiche, il vetro, la ceramica, il cemento, la carta e i prodotti in metallo. Al comparto manifatturiero, si possono aggiungere poi i settori di acconciatura (1519 imprese con 3118 addetti), estetica (694 imprese con 1.258 addetti) e pulitintolavanderie (190 imprese con 446 addetti). «Inoltre la dispersione della risorsa idrica produce il risultato che il 27,9% dell’acqua immessa nella rete della nostra provincia non arriva ai rubinetti dei padovani».
«Ora si deve puntare alla ridefinizione delle priorità del Pnrr e sfruttare quindi le risorse europee per realizzare gli invasi e affrontare l’emergenza idrica che rischia di estendersi dall’agricoltura alle attività produttive».

Il lavoro

In provincia nel mese di giugno erano previste 6.870 assunzioni nei vari settori economici, con una difficoltà di reperimento del 48,4% (dati Unioncamere, Progetto Excelsior). Le figure professionali ricercate dalle piccole e medie imprese (sotto i 49 dipendenti) erano 4.170. «Non si arresta la nostra difficoltà di reperimento di personale qualificato. Ma chi entra a far parte dei nostri team può essere certo di non diventare solo un numero di matricola, ma parte integrante di un progetto aziendale».

I bonus

Coinvolge 12.370 imprese artigiane con oltre 28.000 addetti la grave situazione legata a bonus, superbonus, sconto in fattura e cessione del credito. «Ci sono 80 milioni di euro congelati nei cassetti fiscali delle aziende artigiane padovane del comparto casa».

Ultimo aggiornamento: 07:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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