I professionisti attaccano il piano degli interventi: «Paralisi edilizia»

Lunedì 11 Aprile 2022 di Serena De Salvador
Uno dei molti cantieri edili avviati nel Padovano grazie alle agevolazioni dei bonus

 Rinnovare le politiche territoriali puntando ad arginare il consumo di suolo e a rigenerare il patrimonio esistente è una necessità indifferibile. Ma da soddisfare gradualmente, pena la paralisi dell’intero settore edilizio. Rischio a cui invece va incontro la Variante al Piano degli interventi che stasera approda in Consiglio comunale per l’approvazione. A sostenerlo, puntando il dito contro con una serie di dure critiche avanzate a palazzo Moroni, sono i presidenti provinciali dell’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Roberto Righetto), dell’Ordine degli ingegneri (Riccardo Schvarcz) e del Collegio dei geometri (Michele Levorato).


LE CRITICITÀ
Le tre realtà dei professionisti padovani, dopo aver visionato le Norme tecniche operative della Variante, hanno inviato una lettera al sindaco Sergio Giordani, all’assessore Andrea Ragona nonché ai progettisti Boeri e Rallo. «Premettiamo che si apprezza l’impostazione generale della Variante, che apre alla sfida di mettere in campo uno strumento di gestione delle politiche territoriali innovativo e ambizioso, con il fine di attuare una necessità non più rimandabile come quella di arrestare il consumo di suolo e indirizzare lo sviluppo della città verso un orizzonte ecologicamente impostato, ormai indifferibile – hanno fatto notare architetti, geometri e ingegneri – Contenere il fenomeno del consumo di suolo, rigenerare il tessuto urbano esistente, orientare le trasformazioni urbane per di soddisfare le necessità della popolazione sono obiettivi che non possono che essere condivisi». 
Il nuovo Piano tuttavia presenta anche notevoli criticità. «In primis adottare il nuovo Piano degli interventi in questo momento comporta l’avvio del periodo di salvaguardia tra il piano urbanistico precedente e quello nuovo – prosegue la lettera – Quindi le pratiche edilizie che hanno in corso la sanatoria non avranno la doppia conformità e non potranno concludere l’iter, per esempio bloccando i lavori in corso con il Superbonus 110%. L’esito? Una paralisi dell’edilizia».
Ma non è tutto. «Pensiamo poi ai crediti edilizi (lo strumento che detta le norme per ampliare i fabbricati esistenti, limitando le nuove lottizzazioni ndr) – continuano – che sono l’impostazione di fondo del nuovo Piano. Un ottimo strumento, peccato che al momento il loro mercato sia pressoché inesistente. L’esito? Anche stavolta una paralisi dell’edilizia». 
Infine c’è anche un problema legato alla disparità di trattamento. «Le previsioni normative del nuovo Piano non si conciliano con altre già esistenti, come il Piano Casa-Veneto 2050 – aggiungono i professionisti – In sostanza i lotti saturi (quindi in cui la cementificazione è già avvenuta, ndr) potranno ampliarsi ricorrendo alla legge regionale Veneto 2050, mentre quelli che a Padova non si sono ancora ampliati e che ora saranno privati dell’indice di edificabilità saranno obbligati a ricorrere al credito edilizio, che comporta costi non indifferenti.

In pratica chi è virtuoso viene svantaggiato».


LE SOLUZIONI
Architetti, ingegneri e geometri hanno indicato anche quali sarebbero state le alternative possibili. «Si sarebbero dovute prevedere delle norme transitorie fra un Piano e l’altro, evitando la paralisi di un settore che aveva appena cominciato a rialzare la testa dopo la grave crisi legata al Covid – conclude la lettera a palazzo Moroni – La legge prevede che gli strumenti di pianificazione territoriale si basino sul confronto fra il Comune e gli altri enti. Ora ci auguriamo che sia possibile posticipare l’adozione della Variante risolvendo le criticità evidenziate».

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