Avvocatessa a passeggio col cane aggredita dagli spacciatori senza mascherina

Domenica 5 Aprile 2020 di Serena De Salvador
ZONA SAN CARLO Il rione dell'Arcella dove l'avvocata è stata aggredita
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PADOVA - «Mi ha seguita, pretendeva il mio cellulare. Mi insultava e mi stava vicinissimo, senza mascherina». É ancora scossa la donna vittima dell'aggressione avvenuta venerdì sera all'Arcella. A fronteggiarla è stato un ventenne, staccatosi da un gruppo più folto che bivaccava in zona San Carlo, all'angolo tra via Guido Reni e via Cardinal Callegari

IL FATTO
Sono le 18.45 e la donna, di professione avvocato e residente poco lontano, sta portando il cane a passeggio come ogni sera. «Arrivata all'incrocio ho notato sei o sette giovani ammassati in strada. C'erano delle biciclette a terra, non capivo se stessero scherzando o litigando fra loro, ma ho visto un'anziana dall'altro lato della strada che cercava di attraversare aggirandoli da lontano racconta . Mi sono stupita perché non avevano guanti né mascherine e vista la situazione che viviamo ho deciso di fotografarli. L'ho fatto per senso civico, ma me ne sono subito pentita». Per sua sfortuna infatti i giovani se ne sono accorti. Due si sono staccati dal gruppo rincorrendola e coprendola di insulti. Uno ha desistito subito, ma l'altro le si è parato davanti: «Mi ha rivolto epiteti irripetibili, mi ha dato della razzista. Voleva il mio telefono per cancellare le foto. Parlava in italiano ma con accento straniero. Non mi ha toccata ma per più di cinque minuti mi è stato attaccato e visto il momento ero terrorizzata. Quando gli ho detto che stavo per chiamare le forze dell'ordine mi ha riso in faccia dicendomi di fare quello che volevo, tanto sarebbe stato peggio per me» spiega la vittima. Quel che le ha fatto più male è stata però l'indifferenza: «In strada c'erano pochissime persone, però qualcuno c'era e nessuno si è fatto avanti. Soltanto un anziano di origine straniera mi ha detto di aver chiamato la polizia. Io ho telefonato al 112 e mi sono rintanata in una tabaccheria. Dopo un quarto d'ora lui era sparito e io sono riuscita a tornare a casa. Saprei riconoscerlo, ma ho deciso di non sporgere denuncia. Ho paura che torni a cercarmi». 
LA SOLIDARIETÀ
Il gesto ha ricevuto la condanna del consigliere comunale Luigi Tarzia, che non ha dubbi: «Servono le pubbliche scuse dell'amministrazione comunale. L'Arcella deve diventare tutta zona Daspo, spacciatori e delinquenti non possono avere il campo libero, tanto più che tra loro ci sono sempre più minorenni e di questi tempi in strada ci sono solo loro. Spero che la vittima sporgerà querela perché questi episodi devono tenere alta l'attenzione sulle problematiche di sicurezza». E che questo fatto sia un campanello d'allarme è convinto anche l'avvocato Alberto Vitale, della locale consulta di quartiere: «Nell'esprimere tutta la solidarietà alla collega non posso non essere preoccupato. L'arcella non è un Bronx, si vive bene, ma alcune zone sono un problema concreto e che richiede profondo studio e soluzioni che vadano oltre le fazioni politiche spiega -. Le buone idee non hanno colore e qui ne servono molte. A partire da un tavolo tecnico ad hoc convocato dal prefetto, passando dalla riqualificazione di aree come l'ex Coni e Valli, ma anche dalla chiusura del Bingo e di realtà che sono autentiche sacche di degrado. Tutte le forze politiche devono unirsi se si vuole trovare una soluzione al tema della sicurezza».
 
Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 10:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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