Conservatorio Pollini, i docenti: «Una sede nuova prima che crolli il soffitto»

Domenica 1 Marzo 2020 di Mauro Giacon
Il conservatorio Pollini di Padova
PADOVA Hanno scritto direttamente al Gazzettino dopo aver letto che potrebbe esserci un’ipotesi di ritorno dell’auditorium al centro congressi. “Molti soggetti, Comune, Provincia, Fiera Camera di Commercio, Fondazione, stanno decidendo il futuro del nuovo auditorium della musica, di cui il Conservatorio dovrebbe essere fondamentale in un tavolo di lavoro. Invece risultiamo ancora una volta essere soggetto dimenticato”.
Sono 40 docenti del conservatorio Pollini, compresi il direttore Armellini e la direttrice amministrativa, Carmela D’Anza, che gridano la loro preoccupazione di essere ancora una volta messi a margine. “Ci sentiamo davvero abbandonati dalle istituzioni e sentiamo che i nostri studenti non vengono considerati come meriterebbero”. Sono 800, con 81 docenti in 29 aule.
IL PROBLEMA
Riassumendo: da anni si tenta un piano complessivo, che porti a una nuova sala della musica e a un nuovo conservatorio visto che lo stabile in cui si trova ora è inagibile. L’ultima occasione è stata un triangolo non riuscito tra Comune, Fondazione e Intesasanpaolo per sistemarli a palazzo Foscarini in piazza Eremitani. Tutto paralizzato da quattro mesi dopo un anno di pratiche per ottenere l’Art bonus.
Ora, il “piano B” se banca e Fondazione non finanziano e il Comune non ha soldi per farsene uno, non dà scampo: bisogna adattare una sala del centro congressi a pseudo auditorium sotto la dicitura: “poca spesa tanta resa”. Ed è questo che è stato chiesto ai costruttori. Ma questa soluzione non prevede una casa per il Conservatorio che cade letteralmente a pezzi.
Del resto la banca e la Fondazione dopo oltre quattro mesi dalla negazione degli sgravi fiscali all’operazione sono ancora alla paralisi. Il triangolo prevedeva che la Fondazione mettesse in mano al Comune 14 milioni per l’acquisto del palazzo. E La banca finanziasse il restauro con 16 milioni. Ma la richiesta dell’Art bonus da parte di entrambe è stata bocciata dall’Agenzia delle Entrate per la parte della Fondazione. Dunque l’ente non può mettere ancora più soldi nell’impresa a meno di non paralizzare molti aiuti sul territorio. E la banca non può deprezzare il suo patrimonio, ovvero palazzo Foscarini, a bilancio per 14 milioni, per “regalarlo” alla città, essendo quotata in Borsa.
LA DENUNCIA
In questa situazione i docenti dichiarano tutta la propria amarezza: “continuiamo a fare lezioni in una struttura inadeguata per dimensioni ma soprattutto per sicurezza. Siamo davvero esasperati dalle ultime, continue e pubbliche promesse che vediamo sfumare da un giorno all’altro e che mettono a rischio la vita della nostra istituzione, oltre a quella ancora più importante dei nostri allievi”.
E denunciano: “Non è possibile che una città come Padova che vanta una storia culturale e una Università così importanti, non abbia la stessa attenzione per un’istituzione che riteniamo essere il futuro della cultura musicale cittadina, e quindi anche dell’auditorium stesso. Restiamo pertanto in attesa di conoscere al più presto quale sarà il nostro futuro, prima di vedere crollare il soffitto sopra di noi o aprirsi i pavimenti durante le nostre lezioni”.
 
Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 08:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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