Bimbo frustato e picchiato dal patrigno: «Non lo riconosco come mio». É ricoverato in Pediatria

Il piccolo non riusciva nemmeno a sedersi dal dolore e le maestre si sono insospettite

Martedì 17 Ottobre 2023 di Marco Aldighieri
Bambino frustato

PIOVESE - Non riconosce il bambino della sua compagna come suo figlio e lo massacra di botte. Frustate, con la cintura dei pantaloni o con un filo elettrico, e poi calci e pugni su tutto il corpo: anche nelle parti intime. Così il moldavo di 39 anni, G.C. queste le sue iniziali, ha reso la vita del suo figliastro un inferno. Il piccolo si trova attualmente ricoverato nel reparto di Pediatria di Padova. Il pubblico ministero Sergio Dini, titolare delle indagini, ha iscritto lo straniero nel registro degli indagati per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali pluriaggravate. La Procura ne ha chiesto l'arresto, ma il Gip Claudio Marassi si è limitato ad emettere la misura restrittiva del divieto di avvicinamento alla vittima e dell'allontanamento dalla casa di famiglia.

Bimbo frustato e picchiato

Il moldavo ha iniziato a pestare il figlio della sua compagna tra giugno e settembre di quest'anno. Calci, pugni e sberle su tutto il corpo. Il ventre, le costole, la schiena, le gambe, le braccia e anche i genitali. E poi frustate sui glutei. Il bambino è stato per mesi dolorante e ricoperto di lividi, a volte pure sul volto. Fino al drammatico episodio di martedì della scorsa settimana, quando è stato ancora massacrato e stavolta è finito al pronto soccorso dell'ospedale di Piove di Sacco.

Per poi essere trasferito e ricoverato nel reparto di Pediatria di Padova dove si trova tutt'ora. La prognosi di guarigione al momento è di venti giorni, ma salvo complicazioni anche di natura psicologica.

A scuola non riusciva a sedersi dal dolore

Ad accorgersi dei maltrattamenti subiti dal piccolo sono state le sue maestre. Un giorno, appena arrivato a scuola, non ha voluto sedersi al suo banco: le tremende frustate ai glutei gli provocavano un tale dolore da non riuscire a mettersi sulla sedia. Poi il primo di ottobre una insegnante ha provato ad abbracciarlo. Un segno di affetto ripetuto con tutti gli alunni. Ma il bambino si è ritratto: il dolore al ventre e alle costole non gli consentiva di ricevere quel caldo saluto dalla sua maestra. La docente, allarmata, ha chiamato le colleghe e insieme hanno deciso di chiamare un'ambulanza del Suem 118. Il piccolo è stato visitato e poi trasportato al pronto soccorso per ulteriori accertamenti. Sia alle sue insegnanti e sia al medico, ha detto che a ridurlo in quelle condizioni era stato il suo patrigno.

Le indagini, cosa ha detto la mamma

I carabinieri, su mandato della Procura, hanno ascoltato il racconto delle maestre della scuola elementare e il parere dei medici. Il risultato è stato il medesimo: il bambino è stato brutalmente picchiato. Gli inquirenti allora hanno sentito anche la mamma, ma la donna, anche lei una cittadina moldava, ha difeso il suo compagno. «Mio figlio è caduto dalla bicicletta» ha giurato davanti agli investigatori, non riuscendo però a spiegare quei segni di frustate sui glutei del suo bambino. Forse la donna ha mentito per paura di essere a sua volta pestata dal compagno. 

Ultimo aggiornamento: 19:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci