Bambini sculacciati e ingozzati, tutte le accuse alla titolare dell'asilo nido indagata per maltrattamenti. Nonostante le telecamere

Venerdì 31 Marzo 2023 di Egle Priolo
Le riprese dei carabinieri al nido: titolare indagata per maltrattamenti

PERUGIA - «Brutto». «Figlia de mign...».

E poi giù di altre parolacce e sculacciate sulle cosce a bimbi di poco più di un anno. O piccoli costretti a ingoiare il pasto trattenuti dalle spalle, nonostante addirittura un disagio conclamato e con tutti i rischi di un'azione così violenta. Insomma, insulti, botte e maltrattamenti a bambini di massimo tre anni, alcuni poco più che neonati: di questo è accusata la titolare ed educatrice dell'asilo nido privato Gianmburrasca di Corciano a cui è stato imposto dal gip Angela Avila un divieto di avvicinamento alla sua stessa struttura. La procura ha chiesto anche un'ulteriore misura interdittiva che lo stesso giudice, nella sua ordinanza, al momento in effetti non esclude ma «si riserva di provvedere all'esito dell'interrogatorio di garanzia».

Sono infatti considerati «gravi» gli indizi di colpevolezza nei confronti della donna, 47enne molto conosciuta a Corciano: «Vi è il concreto ed attuale pericolo», scrive il gip Avila, che la titolare «se lasciata libera commetta altri gravi delitti della stessa specie, atteso che le modalità e le circostanze dei fatti-reato denotano una spiccata pericolosità sociale». E i fatti sono quelli raccolti non solo dalla denuncia di un'educatrice, ma soprattutto dalle telecamere che per un mese, da novembre a dicembre dello scorso anno, hanno registrato le violenze che si consumavano all'interno del nido. Bimbi strattonati, lasciati piangere al buio, con le telecamere installate dai carabinieri della Stazione di Corciano che almeno in due occasioni hanno registrato anche solo lo schiocco secco degli schiaffi. Una serie di comportamenti inadeguati che una collega ha segnalato agli investigatori, non riuscendo a far finta di nulla. A partire dall'inizio del suo impiego al Giamburrasca quando – ha raccontato ai militari – la titolare le avrebbe detto «che quando i bambini non le ubbidivano o commettevano qualche marachella, doveva prenderli e dare loro una sculacciata come “insegnamento”. Era questa l'impostazione dell'indagata», ricostruisce Avila. Un'impostazione considerata scorretta e che ha dato il via alle indagini, confermando purtroppo le accuse. Che, se venissero confermate, raccontano appunto di atteggiamenti ingiustificatamente violenti, soprattutto nei confronti dei bambini che, per disagio o età, non potevano raccontare nulla ai propri genitori.
La 47enne, assistita dall'avvocato Nicodemo Gentile, ora proverà a spiegare la sua versione e a difendersi dalle pesanti accuse, che comunque non sono le prime. Risulta infatti almeno un'ulteriore denuncia, del 2019, con due genitori arrabbiati per le escoriazioni evidenti con cui il figlio di pochi mesi era tornato a casa. «Brutta esperienza. Bambino di quattro mesi e mezzo picchiato da altro bambino più grande – ha scritto la mamma su una recensione facilmente leggibile online -. Denuncia ai carabinieri, sono passati anni e ancora non so che sia successo, anche che ha le telecamere».
Ecco, le telecamere. Perché a Corciano tutti ricordano come, mentre la cronaca nazionale raccontava di casi simili, proprio il Giamburrasca sia stato il primo asilo nido in Umbria e tra i primi in Italia a dotarsi di un sistema di videosorveglianza interno. Ma le violenze, a quanto si apprende, sarebbero state lontane da quelle telecamere, a cui però – all'insaputa della titolare – a novembre si sono aggiunte quelle dei carabinieri.
Per una storia che ha profondamente colpito la comunità corcianese: ci sono genitori che una volta uscita la notizia sui social hanno iniziato a raccontare casi simili o comunque a esternare le dure perplessità di una gestione già provata sulla pelle dei propri figli. Ma è chiaro come tutte le accuse, quelle formalizzate e quelle che adesso girano online, vadano tutte dimostrate e che alla donna sia data la possibilità di difendersi. Tutto questo mentre, ovviamente, l'asilo resta aperto, anche perché invece è dimostrata l'assoluta estraneità delle altre educatrici e non solo di quella che per prima ha denunciato. L'amministrazione comunale ha iniziato subito gli incontri con i genitori coinvolti (almeno cinque i casi accertati, con due piccole vittime ancora da identificare), garantendo sostegno anche grazie alla presenza della coordinatrice pedagogica che ora dovrà aiutare le famiglie perché i bambini non abbiano ulteriori conseguenze.

Ultimo aggiornamento: 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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