Agguato all'avvocato Longo, chiesta l'archiviazione del presunto abuso sessuale

Mercoledì 10 Marzo 2021 di Marco Aldighieri
Piero Longo

PADOVA - Si è chiuso il cerchio attorno al brutale pestaggio ai danni dell’avvocato Piero Longo. Il pubblico ministero Roberto D’Angelo, titolare del fascicolo, ha chiuso le indagini e a breve chiederà il rinvio a giudizio per i due fidanzati, l’elettricista Luca Zanon di 49 anni e la commercialista Silvia Maran di 47 anni, e per la loro amica Rosanna C. di 31 anni. Tutti e tre sono accusati di lesioni gravissime in concorso. 


La Procura ha poi chiesto l’archiviazione del presunto abuso sessuale che il professore avrebbe commesso contro Rosanna C. quando questa aveva meno di 14 anni. E del resto Longo, difeso dall’amico e avvocato Niccolò Ghedini, aveva già presentato una denuncia per diffamazione nei confronti di Zanon e Maran per le dichiarazioni rilasciate dai due in merito al presunto abuso sessuale. Ma c’è di più: nè la diretta interessata e né i suoi genitori hanno mai presentato denuncia contro l’ex sentore di Forza Italia. Quindi il professore Longo fin da subito si è dichiarato del tutto estraneo ai fatti e infine il reato, se fosse stato commesso, è già prescritto essendo trascorsi 17 anni. Insomma, la sua naturale destinazione è l’archiviazione. 
IL PESTAGGIO 
Quella sera del 30 settembre dell’anno scorso Longo, all’interno dell’androne del suo palazzo in via Tiso da Camposampiero, è stato pestato con calci e pugni al volto, e su tutto il corpo. Inoltre, è stato afferrato con estrema forza da dietro al collo per immobilizzarlo. Il professore, nel tentativo di allontanare i suoi due aggressori, ha sparato due colpi di pistola all’interno dell’androne del palazzo dove abita. E come prevede la nuova legge ha agito per legittima difesa. Una telecamera comunale della videosorveglianza ha immortalato Zanon e Maran colpire l’avvocato già sul portone d’ingresso della sua abitazione, e Rosanna C. fare da palo sotto ai portici. L’ex senatore di Forza Italia è stato dimesso dall’ospedale con una prognosi superiore ai 40 giorni. Gli sono state riscontrate fratture multiple alle ossa del capo ed in particolare del pavimento orbitario sinistro con enfisema del volto e pneumo-orbita sinistra e delle ossa nasali bilaterali con edema generalizzato al volto. É stata rilevata anche una frattura scomposta del pilastro anteriore mascellare superiore destro con emoseno. Inoltre ha dovuto fare i conti con un’emorragia all’orecchio destro, un enfisema mediastinico ed un enfisema sottocutaneo latero cervicale, ascrivibile ad un violento traumatismo compressivo del collo e della trachea: ed ecco le lesioni compatibili con una stretta da dietro con un braccio. Longo poi lamentava pure una raccolta di liquido a livello cerebrale. 
LE INDAGINI
Secondo gli inquirenti Zanon, insieme alla sua fidanzata commercialista, quella sera del 30 settembre ha partecipato in maniera attiva all’aggressione dell’avvocato. Gli investigatori lo accusano di fatto per due episodi. Una volta entrato nell’androne dell’abitazione di Longo, mentre Maran teneva fermo per il collo il legale, avrebbe preso a calci in faccia l’ex senatore di 76 anni. Le scarpe, che calzava al momento del brutale pestaggio, sono state sequestrate dagli uomini della Squadra mobile perchè sporche di sangue. E poi, secondo l’accusa, sarebbe stato l’elettricista a sfilare dalla mano destra la pistola a Longo, per poi uscire per strada con l’arma e dirigersi nell’abitazione della compagna Maran. 
 

Ultimo aggiornamento: 13:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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